U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 
Traversata PASSO DEL CERRETO - COLLE DELL'ARGEGNA
30 luglio
Percorso: dal Passo del Cerreto al Colle del'Argegna Segnaletica:biancorossa CAI segnavia 00 - GEA segnavia AV2000 - Garfagnana Trekking
Dislivello: m. 792 in salita- m. 748 in discesa Tempo di percorrenza: ore 6 circa
Classificazione: E Punti sosta: Bivacco Rosario (non gestito)
Acqua: al Passo del Cerreto - presso il Bivacco Rosario - in discesa dal Monte Tondo Periodo consigliato: dalla primavera all'autunno
Qualche anno addietro, quando pensammo di inserire nel programma le grandi traversate appenniniche avevamo in mente un’idea:percorrere in più tappe le varie dorsali. La traversata di quest’anno era l’anello mancante per concludere il tragitto che dall’ Appennino Ligure conduce fino alla Garfagnana. L’anello mancante era il tratto da Passo del Cerreto al Colle dell'Argegna. (CARTOGRAFIA: Appennino Tosco - Emiliano quadrante 15)
Passo del Cerreto si raggiunge percorrendo l’autostrada A15 uscendo ad Aulla; si seguono quindi le indicazioni per Fivizzano, prima, e successivamente per il passo. Giunti nell’ampio piazzale del passo si svolta a destra proseguendo fino ad un gruppo di case turistiche, da qui inizia il sentiero. Arriviamo alle 8,35, il pullman che abbiamo noleggiato ci porta praticamente fino all’inizio del sentiero, conosciamo bene l’autista sappiamo per esperienza che se passa il mezzo lui và.
Siamo in 19 tutti un po’ preoccupati per il clima, dopo settimane di caldo torrido ieri si sono verificati forti temporali che hanno lasciato una discreta instabilità. Il percorso si snoda per la maggior parte in cresta, il caldo afoso ci preoccupa assai ma temporali e fulmini ancora di più. Percorriamo la carrozzabile che conduce alle case, che superiamo per inoltrarci nella faggeta (m.1261), qui inizia il sentiero (segnavia 00 / AV2000), segnalato con segni bianco – rossi ma solo raramente numerato, un particolare da tenere sempre presente perché ai bivi può creare incertezza. E’ subito salita, al momento non troppo impegnativa tuttavia conviene partire piano perché fino alla vetta non molla mai, anzi diventa sempre più ripida. Attraversiamo zone umide ricche di erba rigogliosa superando il Torrente Rosario, poco più di un rigagnolo, prima di arrivare ad un tratto piuttosto ripido e costellato di roccette, il risultato delle tante frane succedutesi negli anni. Superato il bosco si arriva ad un pianoro, sulla sinistra si vede il tetto del Bivacco Rosario (m.1560), non custodito ma punto tappa molto importante perché qui si trova sempre acqua, suggeriamo di farne abbondante scorta perché ora la salita si fa davvero dura e la prossima fontanella è quasi alla fine del percorso. Ci troviamo all’interno di un immenso anfiteatro dominato dalle pareti rocciose dello Scalocchio impervio e roccioso e dal versante nord – ovest della Nuda ricoperto di ripidi prati. Il sole incomincia a fare capolino dalle vette creando straordinari giochi di luce; ci rilassiamo un attimo pensando alla salita che ci attende.
Le accorate discussioni accesesi nel bosco ora lasciano il posto all’attenzione per i mirtilli, un tappeto di bacche mature che ricopre tutto il versante. Forse è un modo per non pensare al sentiero mentre lentamente saliamo verso la selletta che vediamo lassù quasi incombente sopra le nostre teste. Il sentiero è ben tracciato e facile se non fosse per la forte salita. Il ricorso ai mirtilli, ora è certo, serve a non pensarci mentre fioccano i primi commenti al riguardo degli organizzatori. Arrivati in cresta possiamo dire che il tratto più faticoso è superato, dalla vetta in poi sono tutti saliscendi, con molta discesa. Proseguiamo verso sinistra in direzione di un vecchio ripetitore ubicato proprio in vetta al monte La Nuda. Sono le 10,30, ci concediamo una sosta per recuperare la stanchezza. Sorpresa!!!!! Scopriamo che Gianluca ha dimenticato la borraccia a casa, fortunatamente c’è chi ha acqua in abbondanza altrimenti questa sarebbe stata una dimenticanza molto grave. Ci troviamo sulla cima più alta della zona (m.1895),il panorama è dei più superbi, dobbiamo ricorrere alla cartina per dare un nome ai laghetti e alle cime che vediamo. Bellissimo il lago Cerretano con la sua minuscola isoletta.
I nostri peggiori timori si concretizzano, si stanno addensando delle nuvole scure poco rassicuranti, dobbiamo ripartire cercando di scendere di quota il più possibile, magari raggiungere il bosco prima che possa scatenarsi un temporale. Proseguiamo lungo la cresta (segnavia 00 / AV2000) in direzione di Cima Belfiore senza incontrare difficoltà, solo brevi tratti scoscesi. Il sentiero aggira le cime e i punti più impegnativi. Alcuni seguono il sentiero mentre altri procedendo su tracce secondarie raggiungono la Cima Belfiore (m.1810) mentre le nuvole si fanno veramente minacciose. Decidiamo di dirigerci più in fretta possibile verso il bosco suggerendo ai meno veloci di procedere lungo il sentiero mentre noi saliamo in vetta al Monte Tondo (m.1782). E’ di nuovo una bella pettata, non molto lunga ma decisamente faticosa, soprattutto ora che abbiamo ore di cammino nelle gambe. Siamo in vetta alle 12,35, abbiamo solo il tempo per dare uno sguardo al panorama prima di scendere verso la selletta.
Qui è necessario fare una precisazione: il sentiero che conduca al Colle dell’Argegna parte dalla vetta del Monte Tondo (segnavia GT) scendendo alla selletta si deve imboccare la traccia ben evidente che taglia il crinale verso destra, in pratica si torna indietro. Bisogna fare attenzione perché alla selletta si incontrano quattro sentieri senza indicazione; come gia accennato solo segni bianco – rossi senza alcuna indicazione. La mancanza di indicazioni può indurre in errore però guardando bene si può scorgere molto in lontananza il boschetto di abeti che circonda il santuario dell’ Argegna, sono un ottimo punto di riferimento. Riprendiamo il cammino e alle 13,10 siamo all’inizio del bosco. Troviamo una bella fontana con tanto di abbeveratoio per gli animali, ottimo per rinfrescarci. Ci sistemiamo comodamente sotto i faggi per il pranzo mentre il cielo si fa sempre più scuro. Sembra incredibile in un’estate così siccitosa ma dobbiamo prestare attenzione perché ci sono tanti funghi, anche commestibili, che non raccogliamo ma che ci dispiace calpestare.
Il cielo è sempre più minaccioso e la pioggia imminente, presto ci rimettiamo in marcia sperando di non prendere troppa acqua. Scendiamo lungo l'ampio sentiero che attraversa un bosco di rara bellezza mentre il temporale si sposta a nord e il cielo torna sereno, oggi ce la siamo cavata. Infatti splende il solo quando raggiungiamo la carrozzabile che conduce al passo; ora ci attende la parte più noiosa, alcuni Km di sterrato e asfalto. I fiori hanno oramai lasciato il posto alle bacche, cercarle nei cespugli lungo la strada diventa l’occupazione di tutti, mentre assaggiarle riserva spesso aspre sorprese, non sempre sono mature!!! Poco prima della lunga salita che conduce al santuario notiamo dei cartelli che segnalano la presenza degli scavi per il recupero archeologico di un vecchio ospedale, inutilmente tentiamo di visitarli perché il cartello non lo dice, ma sono molto lontani. Sono le 15,40 meglio aspettare il pullman che arriva puntuale. Ci togliamo gli indumenti sudati rassettandoci un po’, abbiamo in programma una visita al santuario Madonna della Guardia dell’Argegna (m. 1034), è meglio essere presentabili.

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