U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
30 aprile
L'abbazia di Monte Oliveto Maggiore è sita il località Chiusure nel mezzo al territorio denominato "le crate senesi". La storia dell'abbazia di Monte Oliveto Maggiore inizia a Siena all'incirca nel 1313. Un brillante quarantenne di nobile famiglia conosciuto con il nome di Giovanni dei Tolomei, insieme a Patrizio Patrizi ed Ambrogio Piccolomini ed alcuni altri amici sempre senesi decidono di rompere con la vita normale. E come luogo adatto al loro ritiro scelsero uno sperduto possedimento dei Tolomei a 36 km a sud di Siena noto con il nome di Accona. Qui trascorrono anni di vita semi ascetica fino a quando nel 1319, anche per non essere confusi con le varie sette eretiche di fraticelli (una per tutte i flagellati), che abbondavano nella penisola, furono riconosciuti come congregazione dal "bellicoso" vescovo di Arezzo Guido Tarlati Pietramala. La nuova Congregazione scelse di appartenere all'Ordine dei Benedettini seguendo la regola comunemente conosciuta come "ora et labora". La narrazione popolare associa questa scelta ad un sogno in cui a Bernardo Tolomei (è il Giovanni di prima che cambia il suo nome in onore di San Bernardo abate di Clairvaux morto nel 1153) appare Gesù e la Madonna ed una moltitudine di monaci tutti vestiti di bianco come gli adepti di San Benedetto. Dal Vescovo Guido, il 26 Marzo 1319, Bernardo ebbe l'abito bianco tanto agognato e la Charta Fundationis. Questo riconoscimento fu successivamente confermato nel 1344 da Papa Clemente VI. Ricordiamo che erano i tempi in cui i Papi risiedevano ad Avignone. a visita all'Abbazia è regolata dal susseguirsi della tipica vita monastica, con pertanto rigidi orari di apertura e ancor più rigidi orari di chiusura, annunciati dall'inequivocabile suono di una campanella. La struttura dell'Abbazia rispecchia la classica impostazione delle abbazie benedettine con una grande chiesa, un chiostro grande ed uno o più chiostri piccoli, un'aula capitolare ed un refettorio. Nel caso dell'abbazia di Monte Oliveto Maggiore a questi si aggiunge la grande biblioteca.
Questa volta partiamo veramente timorosi, il tempo minaccia di giocarci un brutto tiro. Ben presto i timori diventano certezze, piove. Molto in lontananza però sembra … ! Si, pian piano ci lasciamo il maltempo alle spalle, speriamo bene. E speriamo di trovare un autogrill che sulla Cassia non sono frequenti, perché dopo due ore di viaggio iniziano i mugugni. Il sole inizia a fare capolino tra le nuvole mentre ci avviciniamo a Monte Oliveto, la campagna senese è splendida e nei campi non è raro vedere fagiani e lepri. Arriviamo alle 10,30 in perfetto orario per l'appuntamento con la guida. Gli affreschi e i pregi architettonici dell'abbazia non possono essere apprezzati veramente se non con l'ausilio di una guida, il signor Dino è persona squisita e anche paziente. Ci dividiamo in due gruppi, alcuni che preferiscono assistere alla Messa si recano in chiesa mentre noi iniziamo la visita. All'interno dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, e più precisamente nel Chiostro Grande, troviamo una grande serie di affreschi voluti dall'Abate Domenico Airoldi di Lecco. In due distinti periodi furono chiamati ad esprimere la loro arte prima Luca Signorelli (nel 1495) e poi Antonio Bazzi detto il Sodoma (nel 1505). Il tema su cui i due artisti si dovettero cimentare fu analogo: la storia della vita di San Benedetto.
La visita prosegue col refettorio e la biblioteca. Lo splendore dei dipinti e l'atmosfera del luogo fanno volare il tempo che vorremmo fermare nella Sala del Capitolo che ospita una pregevolissima collezione di dipinti sacri del 1400 - 1500. La visita termina in tempo per assistere agli ultimi minuti della funzione religiosa officiata dai monaci Olivetani e cantata in canto gregoriano. E' ora di partire ma non possiamo lasciare l'Abbazia senza una visita a al negozio dove i monaci vendono i loro prodotti.
Solo quando il pullman è oramai in movimento ci accorgiamo che manca una gitante, un attimo di preoccupazione ed eccola arrivare con tutta calma, senza fretta. Come non confessare la tentazione di lasciarla a piedi! Prossima meta il ristorante in località Ponte d'Arbia situato sulle rive dell'omonimo citato da Dante Alighieri nell'Inferno della Divina Commedia, dove il sommo poeta immagina l'Arbia "colorata di rosso" dallo scempio dei fiorentini nella nota Battaglia di Monteaperti, località vicina a Siena attraversata dal torrente. Ci siamo appena seduti che inizia a piovere, vuoi vedere che ci rovina il pomeriggio. Abbiamo in programma la visita di Siena, gia in dubbio per la partita di calcio che sicuramente costringerà i pullman a fermarsi fuori città, con la pioggia diventerebbe impossibile. Le prime portate rasserenano almeno l'atmosfera conviviale anche se non il cielo.
I nostri peggiori timori si dimostrano fondati, Siena è off-limits per problemi di ordine pubblico. Breve consultazione e optiamo per Colle Val d'Elsa, cittadina che nasce come città vera e propria in pieno Medioevo, per diventare una delle protagoniste della storia dei liberi comuni, delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, per poi ancora affermarsi definitivamente come importante centro industriale. Una storia lunga e complessa che non è possibile esaurire in un breve racconto, che in molte ha gli aspetti della vera e propria fiaba. Colle Val d'Elsa è situata nel cuore della Toscana, in una posizione strategicamente favorevole, vicino alle città di Siena, Firenze e Volterra, sul percorso della via Francigena, l'autostrada medioevale dei grandi pellegrinaggi dal nord Europa verso Roma. Tra i prodotti non alimentari niente è più tipico e tradizionale di Colle di Val d'Elsa del cristallo.I primi documenti che attestano una produzione di vetro prima, per passare solo molto più recentemente al cristallo, risalgono agli Statuti del comune di Colle del 1331, con una tradizione che arriva diretta sino ai giorni nostri. A Colle Val d'Elsa si produce il 95% di tutto il cristallo italiano ed il 14% di tutto il cristallo del mondo, con una produzione di grande valore, bellezza e varietà, che ne fanno l'articolo principe per ogni regalo.
Non abbiamo proprio rispettato il programma ma l'alternativa è di grande interesse tante sono le cose da vedere, non ultimi gli scorci sulla campagna toscana di rara bellezza. Alle 18 però qui chiude tutto, musei compresi ! Peccato ci voleva più tempo perché in luoghi come questi le ore volano letteralmente.

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