Eccoci con un'altra escursione della nostra sezione con un itinerario corto e
accessibile a tutti ma che comunque ci porterà in in uno scenario incomparabile.
Campocatino (1006 s.l.m.), ai piedi della splendida
parete della Roccandagia (m. 1700), verde conca residuo di antico bacino
glaciale e sicuramente uno dei luoghi più belli delle Apuane.
Ci troviamo come al solito davanti alla sede a Ripa di Versilia, siamo in
undici, ci distribuiamo su tre macchine e via verso Castelnuovo di Garfagnana,
prendiamo poi la statale in direzione Aulla fino a che in località Il Poggio non
si svolta a sinistra in direzione di Vagli e del lago omonimo; la strada si
incassa subito nel solco fluviale del fiume Edron, passa i piccoli
borghi di Isola e Ferriera (il cui nome ricorda la lavorazione del ferro
che anticamente era molto in uso da queste parti) e raggiunge dopo 6 km.
la diga che nel 1947 ha sbarrato il corso dell'Edron creando il bacino
artificiale di Vagli.La realizzazione del lago condannò alla scomparsa il paese di Fabbriche
di Careggine che anticamente era un importante centro per la
lavorazione del ferro: il paese è oggi del tutto sommerso.
Superata la diga
ci dirigiamo verso Vagli di Sotto (l'antica "Communis Vallis de Socto)
situato a 600 m. s.l.m. dove incontriamo l'antica chiesetta romanica di
S. Regolo e dove troviamo il nuovo abitato di S. Agostino con l'omonima
chiesa romanica: da qui proseguiamo verso Vagli di Sopra (l'antica "Castrum
Vallis de Supra") posta a 725 m. s.l.m. dove, nel centro del paese,
incontriamo un bivio. Svoltiamo a sinistra e dopo breve troviamo uno
slargo dove parcheggiare le auto.
Ecco siamo pronti con i nostri zaini sulle spalle, torniamo indietro, sulla
strada, e sulla sinistra parte una mulattiera che porta appunto a Campo Catino (
presente freccia con indicazione Campo Catino ma niente numerazione, più avanti
un segnale sbiadito ci indica che è il sentiero n° 177). Iniziamo tra le case ma
subito ci inoltriamo nel bellissimo bosco di castagni. Siamo immediatamente
immersi in sensazioni inebrianti tra cinguettii che ci offrono suadenti melodie,
l'odore dell'erba novella, i raggi del sole tra gli alberi che a tratti fendono
l'aria di luce e tepore, ci suggeriscono pensieri magici.
Tra un'amenità e i vari racconti dei nostri amici reduci da un tour i Marocco
giungiamo sotto il piccolo borgo di Campo Catino e quindi sulla strada che
giunge dal paese di Vagli.
La conca di Campocatino
dominata dalla parete della Roccandagia e formata da due costoni di
origine morenica che cingono un bel prato verde chiuso da un bosco di faggi e
dall'immensa pietraia accumulata ai piedi del monte. Nel luogo sorgono antiche
capanne ( i caselli) di pastori su due piani e ora restaurate e usate come case
di vacanza: un tempo al piano inferiore stavano le pecore che, con il calore
emanato dal loro corpo, scaldavano, i pastori che risiedevano al piano
superiore; è un luogo veramente affascinante.
La nostra escursione prevede di continuare verso l'eremo di San Viano. L'eremo è
naturalmente chiuso e per poterlo vistare si debbono ritirare le chiavi presso
il bar Ristorante La Buca dei Gracchi. L'oraio
d'apertura è per le 10,00 manca poco e attendiamo che arrivi qualcuno che
comunque non si fa attendere. La gentile signora ci da la chiave e ci serve dei
buoni caffè.
Partiamo verso la nostra meta prendendo il sentiero n° 147 per Passo Tambura e
Passo Sella. Da principio camminiamo su prateria ricca di fioriture, è
tornata la stagione dei colori che il grande prestigiatore i si diverte a
manipolare per stupirci.
lo sguardo si allarga verso l'Appennino, sul lago di Vagli e naturalmente su
tutta la conca di Campo Catino con tutte i suoi caratteristici "caselli ". Poi
entriamo nel folto bosco dove ancora tutte le fragranze e i suoni ci inebriano.
Lungo il percorso sono state ricavate delle piazzole con parapetti per ammirare
il panorama che fa bella mostra di se, la davanti a noi ora il Sumbra con il
Fiocca poi l'Alto di Sella e la Tambura veglia su tutti con i suoi 1890 metri.
Lasciamo sulla destra la deviazione per Passo Tambura e Passo Sella e poi il
sentiero inizia a scendere, anche ripidamente, sulla nostra sinistra, però,
vediamo la strapiombante parete rocciosa che domina la Valle d'Arnetola chiamata
il Salto dei Cani, ora risaliamo brevemente e siamo sulla scalinata che ci
conduce all'eremo.
Ligi a ciò che un cartello dice entriamo nell'eremo con grande rispetto, ognuno
di noi per pochi attimi si estranea e si chiude nel silenzio che silenzio non è
e come disse il
Mahatma Gandhi: " il silenzio non significa soltanto l'assenza del parlare, ma
il vivo valore che vi è opposto: lo stare in ascolto" appunto l'ascolto del
proprio Io.
Riprendiamo il cammino, non torniamo ripercorrendo a ritroso il sentiero ma
scendiamo per sentiero ben
evidente ma senza segnalazioni, scendiamo verso la valle d'Arnetola. Questo
sentiero da principio è nel bosco ma presto ne esce e al contempo diventa
meno evidente e mal percorribile, comunque rallegrato da bellissime fioriture, i
bellissimi maggio ciondoli con i loro sgargianti fiori gialli, campanule,
globularie escanescensis, arabette alpine, ginestre ecc. riconoscibili
particolari
di una
natura che ci
circonda e si
manifesta nella grandiosità
dei suoi
dettagli, nell'esplosione
viva dei
suoi colori.
Pronta come sempre a meravigliarci
e farci sognare.
Una nota stonata però in questo paradiso c'è, durante quasi tutta l'escursione
siamo stati disturbati da un continuo martellare delle cave, cave che non
estraggono blocchi di marmo ma quello che pare oggi essere il vero busines il
carbonato di calcio che però a accelerato la distruzione di queste montagne da
sogno, questo il disturbo per l'udito e gli enormi ravaneti che deturpano le
pendici delle montagne lo sono per lo sguardo. Comunque ormai siamo sulla strada
asfaltata, pochi passi e siamo tornati di nuovo nel paese di vagli di Sopra dove
abbiamo lasciato le auto.
Abbiamo ancora la chiave dell'eremo, dobbiamo riconsegnarla e allora con le auto
ci portiamo a Campo Catino; per raggiungerlo dobbiamo tornare verso Vagli di
Sotto, ma al bivio invece di scendere verso destra proseguiamo dritto, presenti
cartelli indicatori, attenzione la strada è molto stretta per alcune decine di
metri passa una macchina alla volta. Si arriva ad un bivio per Campo Catino dove
per acceder bisogna pagare un pedaggio di 2 € che ci permetterà anche di
parcheggiare.
Raggiungiamo la località e riconsegnata la chiave all'unisono decidiamo di
pranzare presso il ristorante della Buca dei Gracchi.
Dopo un buonissimo pasto riprendiamo la via e torniamo a casa.
Escursione breve ma intensa, ricca di suggestioni naturali e spirituali,
come sempre riusciamo a cogliere ottimi momenti e grandi particolari e
soprattutto non piove al contrario di quello stà accadendo a casa!