Come ultima escursione dell'anno, abbiamo in
programma la classica a Mosceta per la commemorazione dei caduti
in montagna.
La Foce di Mosceta è uno dei luoghi più belli delle Alpi Apuane, tra il
Monte Corchia e la Pania della Croce. E’ di facile accesso e mèta molto
frequentata da alpinisti ed escursionisti ed anche da chi, con poca
fatica, desidera godersi lo splendido paesaggio centrale delle Alpi
Apuane.
All'annuale cerimonia partecipiamo molto volentieri perché pensiamo che
sia doveroso ricordarci di tutti gli amici che condividevano le nostre
stesse passioni qui sulla terra mentre ora stanno scalando le montagne
del Paradiso.
Dalla sezione partiamo solo in otto, un pò pochi, ma speriamo che altri
salgano più tardi o che siano già partiti.
Di solito allunghiamo
l'escursione partendo dal paese di Pruno ma questa volta crediamo
logico portarci a Colle a Iapoli per poter scendere un pò più tardi.
Comunque per chi non conosce il paese di
Pruno quì di seguito alcune notizie: "è un antico e
caratteristico paese arroccato su un colle a 447 metri di quota. Al
turista, oltre pregevoli aspetti architettonici, offre ottima
accoglienza con ristoranti tipici, una locanda e un ostello per il
pernottamento. E' raggiungibile, dalla Versilia, seguendo le
indicazioni per Seravezza e successivamente quelle per Ponte
Stazzemese dove si dovrà svoltare a sinistra seguendo ora le
indicazioni per
Cardoso." Al centro del paese di Cardoso, nella piazzetta
che ricorda i caduti, si svolta a sinistra imboccando la strada che
conduce a Pruno. Il sentiero (segnavia 122), che conduce a Mosceta,
inizia proprio dal parcheggio. Come già detto ci portiamo più
in alto prendendo un strada appena prima del paese sulla sinistra
che porta alla località Colle a Iapoli (m 835), ATTENZIONE,
questa strada anche se ora in gran parte è stata asfaltata presenta
ancora dei tratti sterrati e con macchine con fondo basso e a due
ruote motrici ci si potrebbe trovare in serie difficoltà.
Scesi dalle auto iniziamo l'escursione, imbocchiamo il sentiero 122 e dopo poche decine di
minuti di cammino, incontriamo il bivio, segnalato, per il rifugio U.O.E.I. "Alla Fania"; noi proseguiamo dritto, tenendoci sulla
sinistra, percorriamo una prima rampa in forte salita, meno male che è
breve, sbuchiamo su un primo pianoro aperto verso il mare, proseguiamo,
passiamo la località Colle del Vento.
In circa mezz’ora raggiungiamo il Passo dell’Alpino, siamo ora sul
sentiero n° 9 che viene da Levigliani percorrendo le Voltoline, da dove
in giornate decisamente più limpide si potrebbe godere di un
invidiabile panorama sulle vallate del Cardoso e di
Levigliani e volgendo lo sguardo
a 360° si spazia dalla riviera versiliese e non sarebbe difficile nelle
giornate particolarmente limpide scorgere le isole dell’ arcipelago
toscano e le 5 Terre, le Alpi Marittime,appena sopra di noi ci avremmo
la maestosità delle Apuane con in primo piano il
Corchia, il massiccio della
Pania, il Forato, il Procinto.
Il sentiero prosegue e giungiamo al Passo dell'Alpino a quota 953 mt. ci
fermiamo in raccoglimento nella marginetta dove una lapide esorta a
fermarsi e ringraziare il Creatore del mondo.
Riprendiamo il cammino e infine giungiamo in un’abetina frutto di
rimboschimento che sfocia alla Foce di Mosceta (1170 m.) Giunti alla
Foce, dov’è ubicata un'altra marginetta e da qui raggiungiamo il
Rifugio Del Freo
in pochissimi minuti.
Questo pazzo autunno ci regala una giornata molto calda per il periodo e
dopo due edizioni molto fredde e piovose oggi la cerimonia verrà,
finalmente , celebrata all'aperto. Ci informiamo,
la messa verrà celebrata alle ore 11,00, manca circa 40 minuti.
Prendiamo un panino con il biroldo accompagnato da un buon bicchiere di
vino seguito poi da una bella cioccolata calda.
Ci mischiamo a circa un centinaio di persone e troviamo altri otto soci
della nostra sezione che come noi sono venuti a rendere omaggio agli amici che ci
guardano da lassù.
Ecco veniamo avvisati che la Santa Messa sta per iniziare. Il sacerdote,
in modo informale ma molto efficace è riuscito a toccare tutti i punti
nevralgici delle nostre coscienze e a farci, in parte, capire che la
scomparsa dei nostri cari e amici non deve essere presa come una perdita
definitiva, le sue parole più o meno suonavano, in sintesi così:
“Da sempre la Chiesa ha esortato a pregare per i defunti. Essa invita i
credenti a guardare al mistero della morte non come all'ultima parola
sulla sorte umana, ma come al passaggio verso la vita eterna. E' nostra
convinzione che chi è morto non sia mai più con noi, ma al contrario,
vedendo con gli occhi del vero cristiano possiamo ritrovarli in noi
stessi e nelle persone che ci circondano."
Bè per me è molto difficile riportare questi principi ma posso
assicurarvi che sono arrivati a bersaglio, nel pieno dei nostri
sentimenti. Anche se comunque resta forte la convinzione
che certe perdite rimangono come
autentiche mutilazioni del tuo essere: ci si adatta a vivere con esse,
ma ci si rende conto che la vita non potrà più essere uguale a quella
che era prima.
Molto toccanti sono stati i momenti che il coro
Versilia ha cantato, rendendo la celebrazione ancora più emozionante con il momento più toccante
nel canto "Signore delle Cime".
La Santa Messa termina, abbiamo nutrito l'anima ma ora dobbiamo nutrire
anche il corpo, il rifugio è al completo ma noi sappiamo che più in
basso alla Fania ci stanno aspettando gli amici Massimo e Gabriella e
quindi senza indugio ci rechiamo verso di loro.
In meno di un'ora attraverso il sentiero (segnavia 124) giungiamo
alla Fania.
Ci hanno preparato un aperitivo e visto la bella giornata allestiamo dei
tavoli all'esterno, la Giuseppina è già lì
che spadella per preparare un bel piatto di spaghetti, intanto arrivano
anche altri tre amici e non si fanno pregare a unirsi a noi. Ben presto
arriva il richiamo per accomodarci che la pasta è pronta, un bel piatto
caldo è proprio quello che ci vuole, poi formaggi, salsicce ecc.
Ma si sa quando si sta bene il tempo vola e realizziamo che dobbiamo
iniziare a preparaci per il rientro.
Riprendiamo le nostre cose e a malincuore ripartiamo alla volta di
Colle a Iapoli dove abbiamo lasciato le auto, dalla Fania
dobbiamo percorrere un sentiero che non è segnato sulle cartine ma ben
evidente e segnalato da molti segni gialli sino ad andare a ritrovare il
sentiero (segnavia 122) che abbiamo percorso al mattino.
Un ultimo pensiero:
negli ultimi due anni con giornate da lupi era comprensibile che molti non se la sentissero di
prendere tanto freddo e pioggia ma spero che la partecipazione a questa
ricorrenza nei prossimi anni sia più sentita, e in massa saliamo
all'alpe per ricordare tutti gli amici che sono morti per
inseguire un sogno che molte volte li ha portati a raggiungere una
splendida felicità e nel nostro cuore, tutti loro: persi in montagna e
non, sono perennemente nei nostri pensieri e ce li portiamo sempre con
noi dovunque andiamo, il loro ricordo non ci lascerà mai.
Una preghiera all'Altissimo: "Su
nel paradiso lasciali andare per le Tue montagne
"
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