Eccoci alla terza escursione del 2011 al monte Gabberi
(m.1108), questo monte rappresenta
uno dei punti più panoramici di tutte le Apuane meridionali: infatti la
sua vicinanza alla costa fa si che dalla sua vetta si possa godere di un
panorama vastissimo comprendente tutta la costa tirrenica da Viareggio
fino a la Spezia il lago di Massaciuccoli, il Camaiorese e lo Stazzemese e
tantissime cime della catena apuana. Forma una vasta dorsale che incombe
sopra la conca di Camaiore separandola dal bacino del torrente Vezza: i
suoi pendii sono prevalentemente boscosi con alcuni affioramenti
rocciosi, inoltre sul versante settentrionale, vicino al paese di
Farnocchia, si trova un curioso monolite noto come Pietralunga del
Monte Gabberi, mentre la parte orientale della montagna è meglio
conosciuta come Monte Gevoli.
Le previsioni meteo non sono tanto favorevoli e accidenti pensare che
sino al giorno prima abbiamo avuto una settimana splendida con
temperature decisamente primaverili.
Sarà per questo che una volta davanti alla sede c'eravamo solo in due,
un sospetto ci viene non è che si siano dimenticati di rimettere le
lancette dell'orologio per l'entrata in vigore dell'ora legale?
Aspettiamo dieci minuti ma ormai è evidente che tutti sono rimasti tra
le braccia di Morfeo e che per oggi non si vedrà nessuno almeno da quì.
Ci portiamo al paese della Culla a pochi km da Pietrasanta, a quota 450
mt.
Da Pietrasanta, lungo la Via Sarzanese, si prende il bivio
per Monteggiori e, dopo circa 6 Km. di strada in salita ed a tornanti,
si giunge al delizioso borgo costruito su un ripido pendio, interamente
circondato da uliveti. Le case e la Chiesa poggiano su strati
orizzontali di roccia sulle propaggini meridionali del Monte Gabberi.
L'esiguo numero di abitanti trae le sue risorse economiche dalle varie
lavorazioni, artigianali ed industriali, svolte nelle aziende della
piana. Godendo di un clima fresco e ventilato, grazie all'apertura verso
il mare.
Anche se solo in due decidiamo di fare lo stesso l'escursione ma
fortunatamente arriva una prima telefonata, sono gli amici di
Montecatini e Altopascio e ci informano che stanno arrivando, bene così
almeno il gruppo sarà un pò più nutrito!
Poi telefona anche un'altro socio e ci informa della sua decisione di
intraprendere l'escursione da tutt'altro itinerario cosa che ci lascia
alquanto perplessi.
Ma ecco che arrivano i partecipanti, sono in cinque più noi due formiamo
un bel gruppetto.
Lasciamo l'auto nel piccolo parcheggio dove è possibile fare anche
rifornimento d'acqua a una fontana.
Iniziamo la nostra escursione sotto una leggera piogerella che abbassa
l'entusiasmo iniziale, comunque ci proviamo e partiamo vediamo quanto
regge.
Scendiamo per alcuni metri e prendiamo una salita cementata che parte
sulla sinistra, sul muro c'è anche segnato il numero107 del sentiero per
il Gabberi. Saliamo dal lato sud-ovest della montagna entrando ben
presto nel bosco di lecci e faggi, non ostante la natura si sia
riappropriata del territorio si notano ancora gli antichi terrazzamenti
segno di una civiltà contadina qui un tempo molto presente.
Transitiamo infatti da un gruppo di case a quota 604 mt.: le case Lecci
vicino a queste case vi sono stupendi esempi di ingegno umano: vaschette
scavate nella pietra e pozzi di raccolta d'acqua piovana, vere opere
d'arte rurale minore, peccato che questo piccolo borgo sia completamente
lasciato cadere a pezzi .
Salendo arriviamo a delle gradonate e aggiriamo due torrioni calcarei
torniti da Eolo e transitiamo presso un riparo sotto una roccia.
Superato lo storico passaggio delle Piastre, che consente di valicare la
bastionata, si giunge a circa 950 mt. ad una stupenda mensola belvedere
incisa. E' la
balza dei Pennati, così chiamato per le numerose figure scolpite
nella roccia, in prevalenza attrezzi adunchi usati dai contadini appunto
i pennati o roncole.
Si sale ancora nel bosco, la pioggierella non scende più e non è che ne
sia venuta tanta.
Ci
dirigiamo verso la vetta ormai vicina, già si vede la croce che è sulla
vetta, percorriamo il sentiero su rocce e ben presto vi arriviamo.
Dalla vetta, un vero balcone sul Tirreno, infatti lo sguardo si apre da
Livorno al golfo della Spezia, dalla piana del camaiorese a quella dello stazzemese, il lago di Massaciuccoli e molte montagne delle Apuane tra
tutte spiccano Le Panie, il Forato, il Procinto e il
Matanna, bè oggi non è proprio la giornata ideale ma insomma per quel
poco che si vede è sempre il
suo bel vedere.
Sulla vetta restiamo solo il tempo necessario per una foto sotto la croce ma
dato il celo nuvoloso e un'arietta abbastanza fresca decidiamo ti
portarci verso quote più riparate.
Peccato in un altro momento sarebbe stato bello fermarci per contemplare
il panorama e se la giornata fosse stata particolarmente limpida si
potevano ammirare anche le isole dell'arcipelago toscano e la Corsica.
Riprendiamo il cammino e scendiamo dalla parte opposta per S. Anna.
Scendiamo per roccette e in breve siamo ad un bivio per S. Rocchino e
per S. Anna noi prendiamo quest'ultimo. Quando giungiamo ad un altro
bivio indicando per la Focetta noi decidiamo di
percorrere quest'ultimo, questo
sentiero è molto divertente in quanto si sviluppa su facili roccette sul
filo di cresta, comunque senza grosse difficoltà, bellissimo il
panorama, il sentiero e segnalato con segni azzurri.
Dopo una divertente breve discesa per
un canalino si giunge alla Focetta
(m.873), questo passo congiunge i paesi di Farnocchia e di S. Anna di Stazzema.
Proseguiamo poi per sentiero n° 4 in direzione Sennari che raggiungiamo
in circa quaranta minuti.
Da Sennari si percorre la strada asfaltata verso destra per circa
duecento metri sino ad incontrare un sentiero sulla sinistra con frecce
indicatrici per S. Anna, lo prendiamo
e in pochi minuti siamo
nella piazza del paese ma prima di
entrare nel paese sul sentiero c'è un'area pic nic e ne approfittiamo
per pranzare e devo dire che non ci siamo fatti mancare niente compreso
il caffè fatto con la moca appositamente trasportata sino a quà! Ma
riprendiamo il cammino e come detto entriamo in paese.
Sant'Anna. - mt 660 è un piccolo villaggio situato in una conca naturale, dominato dal
Monte Lieto e dal Monte Gabberi; E' divenuto tristemente noto per il
massacro di 560 persone compiuto dalle truppe naziste il 12 Agosto 1944.
Dal borgo parte il canale dei Mulini che si allunga fino a Valdicastello,
paese natale di Giosue' Carducci. Intorno al paese di Sant'Anna, vi sono
parecchie borgate e case sparse che prendono nomi diversi: Monte Ornato,
l'Argentiera, Vallecava, Vaccareccia, i Bambini, il Moco, il Colle,
Fabbiani, Sennari, le Case di Berna, Vinci, Franchi, le Case, il Pero, i
Merli, i Coletti e piu' giu', verso Valdicastello, i Mulini. Facente
parte, anticamente, del comunello di Farnocchia, di cui ne costituiva
l'alpeggio, divenne in seguito luogo di abituale permanenza. Sul Colle
di Cava s'innalza il Monumento Ossario che raccoglie i resti dei 560 Martiri. L'opera in pietra locale, realizzata nel 1948 su
progetto dell'Arch. Tito Salvatori accoglie, sopra la fossa comune, una
scultura di Vincenzo Gasperetti che rappresenta una giovane madre che
stringe teneramente al petto, nell'abbraccio di morte, la figlioletta
uccisale. A Sant'Anna, Riconosciuta come Centro Regionale della
Resistenza, vi è stato costruito un Museo Storico.
Il paese e i suoi dintorni sono inseriti nel "Parco
della Pace "
Giunti nel centro del paese vogliamo andare a rendere omaggio ai martiri
di quel lontano 12 agosto 1944 e quindi saliamo all'Ossario
Riscendiamo poi verso la piazza del paese e successivamente
prendiamo sulla sinistra dove vi sono dei
vecchi lavatoi, da quì parte il sentiero n° 4 per Valdicastello, all'inizio il
sentiero è in pessimo stato fino al bel ponte in pietra è interamente
infrascato. poi però torna ad essere pulito, siamo in un bellissimo
bosco in prevalenza a castagni. Scendiamo molto costeggiando il rio che
lo percorre con l'acqua di un color ruggine che tinge tutte le rocce
segno di presenza di ferro nella roccia, infatti nel
periodo
mediceo le escavazioni
minerarie erano molto intensiva, e si sono protratte fino nel secolo
IXX°
per terminare nel 1990 con la
dismissione degli impianti di Rezzaio
della Società EDEM,
acquisiti dal Comune di Pietrasanta
e per i quali esiste
una proposta di riuso come parco archeominerario.
Giungiamo infatti al bacino del Pollone sul lato destro orografico della
valle
sede di interessanti reperti e numerosi imbocchi di gallerie per
l’estrazione di piombo e bario. Poco dopo sulla sinistra parte un
sentiero a quota 280 mt circa, non segnalato, una volta su una pianta c'era ancora
una freccia che indica una vecchia gara podistica che si teneva da
queste parti " ai cinque campanili" o qualcosa del genere.
Percorriamo quest' ultimo sentiero lasciando il bosco di castagni per
entrare in una bella pineta, il sentiero è ancora in buono stato salvo
alcune frane ma abbiamo la consapevolezza che prima o poi
il bosco si riapproprierà anche di questo sentiero che ormai pochissimi
frequentano e purtroppo verrà perso un'altro tratto di sentieristica
storica.
Un'altro fatto ci conferma la stupidità umana, dal paese parte un grosso
tubo dove qualcuno ha pensato bene di poter scaricare a suo
piacimento nel bosco chi sà quali specie di liquami, comunque adesso
tutto il sito interessato è sotto sequestro preventivo e speriamo che
questi scellerati che non hanno a cuore neanche l'ambiente dove vivono
vengano individuati e giustamente puniti.
Giungiamo nei pressi della chiesa del paese e saliamo un'ultima rampa e
siamo nella piazzetta dove abbiamo parcheggiato le auto.
Il tempo a retto e non abbiamo fatto il bagno tanto temuto, abbiamo
tentato e ci è andata bene potendo effettuare una bellissima escursione,
tra l'altro queste attività hanno bisogno di una certa dose di avventura
e che gusto c'è se tutto è pianificato e preconfezionato.
Eravamo pochi ma comunque noi c'eravamo!
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