U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

   26 Giugno 2011 Equi Terme - Vinca
     

  

..............vi fu un tempo in cui era severamente proibito passare con animali per certe strade, non già, come ognuno può credere a prima vista che gli animali potessero danneggiare la via od il sentiero, no, ma per un alto rispetto allo spirito ed alle credenze religiose. Per la strada, che s’arrampica da Aiola e passa davanti alla chiesa della Madonna, un tempo forse parrocchiale di Vinca e della Cervara, che si vuole distrutta dalle formiche, non dovevano passare mai animali, e così si dica per la strada dell’attuale chiesa di S. Andrea. Un tale, per ignoranza o per dispetto, un giorno si volle provare a rompere il divieto, ma la pagò a caro prezzo. Egli fu fermato e dovette presentare la guancia destra a tanti schiaffi quanti furono i fedeli accorsi a riparare l’offesa.


                                           

ITINERARIO A
Equi Terme (m.260) – Sentiero CAI 39 - Aiola (m.336) – Il Castellaccio (m.528) -Vinca (m.770)
ITINERARIO  DIFFICOLTA’  -  (E)
 
DISLIVELLO
500 mt.
TEMPI DI PERCORRENZA 6h in totale
 
SENTIERI CAI PERCORSI
Sentiero n° 39
PUNTI D'APPOGGIO Aiolae Vinca
 
ACQUA
 A Equi Terme - Aiola e lungo il sentiero n° 39
PERIODO CONSIGLIATO:
Dalla tarda primavera a metà autunno.
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Il programma della sezione prevede per oggi un'escursione un po' fuori dalle solite mete delle Apuane, oggi non raggiungeremo nessuna vetta, bensì ripercorreremo una vecchia mulattiera, la Aiola – Vinca, che – correndo a mezza costa sulla Valle del Lucido di Vinca – costituiva una volta un valido mezzo di comunicazione tra questi borghi prima della strada di fondovalle . Un sentiero dove potremmo vedere quel che resta di costruzioni come torri d'avvistamento, eremi, ponti arditi e marginette o maestà, tutte testimonianze di epoche diverse.
Davanti alla sede ci troviamo in tredici bè il numero potrebbe essere più consistente ma va bene lo stesso. Quando è chiaro che nessuno, ormai, arriverà partiamo alla volta di Equi Terme.
Ci portiamo all'ingresso dell'autostrada A12 e  ci dirigiamo in direzione Spezia, al bivio per
l'autostrada  A15 Parma-La Spezia  prendiamo questa e da qui proseguiamo sino ad Aulla dove usciamo. Proseguiamo, poi,  in direzione di Fivizzano e poi seguendo le indicazioni sulla destra per Equi terme e la Garfagnana al km11.

Equi Terme - 13 Km da Massa-Carrara
Equi Terme
, posto alla confluenza del torrente Fagli - che percorre il Soldo di Equi - con il Lucido appartiene al comune di Fivizzano, il cui abitato dimostra il proprio rango nella piazza Medicea, sulla quale si affacciano la chiesa dei Ss. Jacopo e Antonio, di origine trecentesca, e dignitosi palazzi rinascimentali. La stazione termale di Equi Terme (m 250) si trova a 15 km dal capoluogo, all'ingresso della valle di Fagli di interesse naturalistico e speleologico. Il borgo ha case in pietra e viuzze che conservano il fascino del tempo antico; il clima mite e la bellezza dei paesaggi ne fanno una gradevole villeggiatura estiva.
Alle spalle del paese, s’innalzano le strette valli del fronte interno delle Apuane, rese spettacolari da affioramenti marmiferi, orridi, grotte e fenomeni d’erosione.
( http://www.otranto.biz/terme/centri-termali/toscana/equi-terme.html )

Lasciamo le auto nella piazza e tornati sui nostri passi attraversiamo il torrente Lucido e prendendo subito a destra notiamo i segni bianco rossi e una freccia che indica, rispettivamente le località di Aiola a1,4 km, Monzone a 2,7 e Vinca a 8 km. Proseguendo si trova sulla sinistra il sentiero n° 39.
Ci addentriamo subito sul sentiero che si snoda in un bosco di castagni e noccioli, dopo circa venti minuti ci troviamo alle spalle di quello che è il cimitero di Aiola. Lo fiancheggiamo e ora camminiamo su uno stradello sterrato e ci conduce sulla strada asfaltata che porta ad Aiola. Entriamo nel borgo, molto interessante architettonicamente . Il borgo di Aiola si trova sulla sinistra del torrente Lucido ed era anticamente sede di un castello.
Fu feudo dei marchesi Malaspina sino al secolo XV e quindi della repubblica Fiorentina con Fivizzano.
Nel 1686 i Medici vi tentarono di aprire una miniera di rame.
Sopra uno sperone del Pizzo D'Uccello, fu edificato a San Giorgio, abitato fino alla fine del secolo XVIII.
Descrizione tratta da: www.terredilunigiana.com
Ci inoltriamo nel borgo e incuriositi ammiriamo le varie viuzze, le case appoggiate le une alle altre, con bellissimi portali con gli stemmi dei Medici che ne testimoniano la dominazione.
Il paese è stato diviso in due blocchi abitativi e tra i due vi è uno slargo con una bella fontana, molto utile per il ritorno in giornate torride come questa, e una bella vasca per lavare i panni.
Giunti alla chiesa prendiamo sulla sinistra per poi uscire dal borgo ed entrare nel bosco di castagni e adesso sale decisamente. Mentre camminiamo diamo uno sguardo al sottobosco per qualche eventuale bel fungo e siamo stati anche abbastanza fortunati, due bei funghi porcini. Raggiungiamo un primo bivio con indicazioni per l'eremo di San Giorgio, l'indicazione ce lo dà a 2,4 km, decidiamo di fare questa deviazione al ritorno. Proseguendo giungiamo ad uno slargo, sempre nel bosco e qui abbiamo l'indicazione del Castellaccio a quota 528 mt. Si tratta di un'antica fortificazione che dominava la vallata e del quale si conservano un torrione e le mura ma, purtroppo, completamente soffocate dalla vegetazione tanto che per vedere la valle è necessario salire un po' avventurosamente sulle mura: il Castellaccio era sicuramente un bell'edificio e conserva ancora il fascino che aveva ai suoi  tempi, ma che ora si intravede appena fra le piante.
Riprendiamo il cammino e il sentiero si snoda in sali scendi, mai conforti pendenze; troviamo un segnavia per Monzone che intravediamo sotto di noi, comunque  proseguiamo sempre sul 39.
Nel nostro peregrinare arriviamo ad una zona dove sono stati lasciati dei grandi blocchi squadrati e il vicino Castellaccio ci fa immaginare che forse erano destinati alla sua  fortificazione. Ormai camminiamo nel bosco da più di due ore  e vorremmo veder un po' di paesaggio e eccoci accontentati, all'improvviso il sentiero esce dal bosco e si apre alla vista sulle pareti strapiombanti del Balzone dove si sviluppa un'ardita lizza che fu poi meccanizzata con una teleferica, sulla Rocca di Tenerano e sull'inconfondibile Sagro. in compenso se prima il bosco era lussureggiante ora siamo in ambiente brullo ma comunque con tanti colori dei fiori delle varie piante caratteristiche dei suoli sassosi: la santoreggia e l'Elicriso o come comunemente chiamiamo camugiolo che spicca con i suoi fiori gialli, origano selvatico e Santolina pinnata, nell'aria un gradevole profumo di erbe aromatiche.
Sotto di noi si snoda la strada per Vinca, il sentiero continua un po' esposto ma niente di pericoloso, basta prestare la dovuta attenzione, ad un certo punto è stata messa una passerella metallica e un cavo in acciaio, cavo di scarsa utilità, comunque meglio abbondare. Arriviamo ad una marginetta risalente al 1757 come inciso sulla pietra, devo dire che queste importanti testimonianze dovrebbero essere tutelate maggiormente e invece sono lasciate in stato di assoluto abbandono. Da qui parte un'altro bivio l'Eremo di San Giorgio.
Proseguiamo, attraversiamo dei ravaneti contenuti da muretti fatti con le pietre stesse del ravaneto, cavi elicoidali e tubi per l'acqua ci indicano che anche qui si è tentata l'attività estrattiva del marmo, più avanti abbiamo un'altra testimonianza, un rudere di una casetta fatta con blocchi di marmo posta su uno sperone da dove si domina la valle sottostante, sappiamo che si tratta della Casa San Giorgio adibita al servizio dell'attività estrattiva.
Giungiamo ai ruderi della chiesina di Madonna Vecchia 

( I ruderi dell’edificio sacro si trovano sotto la parete del monte presso un bel ponte sul sentiero che permette di accedere al pianoro in cui si trova la costruzione. La zona è stata sistemata di recente e sulla roccia c’è una sorta di altarino di dubbio gusto dedicato alla Madonna. Un muro è addossato alla roccia mediante un riempimento con sfasciumi e su di esso rimangono tracce di colore. Rimangono poi resti dell’altro muro e del basamento dell’altare e della parete d’ingresso, inoltre ai lati dell’altare ci sono parti di due rozzi capitelli di marmo e due porte che conducono ad una minuscola sacrestia. La costruzione aveva le pareti esterne di marmo bianco che in zona non manca. Una statua della Madonna col bambino proveniente da questa chiesa è posta in una nicchia esterna della parte ovest della chiesa di Àiola, che si trova lungo lo stesso sentiero. www.escursioniapuane.com/SDF/MadonnaVecchia.html )

Voltandoci indietro notiamo che siamo passati sopra un bel ponte di origine medievale nel venire non ci avevamo fatto caso eppure quella " schiena d'asino" dove farcelo capire. Una breve sosta per uno spuntino e per scuriosare intorno, ripartiamo e saliamo entrando in un boschetto, troviamo sulla sinistra una sorgente che però oggi non butta acqua. Nel proseguire passiamo davanti a due marginette e poi il sentiero si apre su i maestosi monti:
Cresta Nattapiana, sulla cresta Garnerone, sul Grondilice e sul " Cervino delle Apuane " il Pizzo d’Uccello. Ormai scorgiamo i tetti del paese e sopra di noi la chiesa chiamata la Maestà di Vinca o anche Eremo della Maestà.
Il sentiero ci porta davanti ad essa e poi una stradina sterrata  ci porta sull'asfalto per il paese di Vinca, giunti nella piazzetta del paese non possiamo fare a meno di acquistare il famoso pane e la buonissima focaccia di cui faranno anche parte del nostro pranzo. Dopo una veloce visita al paese ci riportiamo alla chiesa ritornando sui nostri passi, visto che quì c'è una bella vista e anche ombra facciamo sosta per il pranzo.
Dopo aver recuperato le calorie perse nell'andata, in alcuni casi anche in avanzo, riprendiamo il cammino per il ritorno riprendendo lo stesso sentiero n° 39.
Il ritorno si è svolto con regolarità ma quando siamo arrivati al bivio per San Giorgio in due, gli altri si sono rifiutati categoricamente,  abbiamo provato ad andare a visitare anche questo sito.
Sul sentiero c'è una bella freccia di legno con inciso la località che indica ma appena presa la traccia dopo pochi metri scompare del tutto e come è successo a noi che non sapevamo niente di dove andare non resta che dopo qualche tentativo di ritornare sui nostri passi. Però mi viene da pensare ma che logica ha mettere una freccia quando poi se non conosci i posti non arrivi da nessuna parte. Bha misteri!
Comunque l'escursione è stata piacevole e anche il numero dei partecipanti è stato congruo, ora per terminare degnamente la giornata non ci resta altro che prendere la strada per Aulla e quì arrivati fermarci per il gelato più buono della Lunigiana.

Alla prossima

 

 

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