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Finalmente una giornata discreta per poter
effettuare un'escursione; ultimamente il tempo ci è stato
molto avverso facendoci desistere da alcune escursioni
programmate.
Oggi siamo determinati a fare la nostra camminata.
La sveglia ci chiama di buon ora perché la nostra meta oggi
è situata nell'Appennino parmense e per raggiungerla ci
vorranno circa due ore.
Una volta riunito il gruppo partiamo subito alla volta di
Berceto, prendiamo l'autostrada A 12 in direzione La Spezia
e poi la A 15 direzione Parma.
Appena usciamo dalla galleria di Valico e passiamo dalla
Toscana all'Emilia, notiamo subito il cambiamento. Mentre
nel versante toscano vi erano anche vari spazzi di sereno,
al di là vi era una fitta nebbia tipica del versante padano.
Non ci lasciamo intimorire e proseguiamo, certo che si
infittisce sempre di più.
Verso le 9,30 giungiamo al paese di Cassio e la nebbia
sembra che si sollevi un pò, siamo pronti alla nostra
camminata.
Diamo prima uno sguardo al paese, molto interessante
il suo impianto urbanistico medioevale,
con la seicentesca chiesa dell'Assunta di Cassio, sorta sui
resti di una cappella del XIII secolo,
degni di nota sono i quattrocenteschi affreschi raffiguranti
San Giovanni Battista e San Benedetto.
Caratteristico il borgo, che attraversa l'abitato da Nord a
Sud, lastricato in pietra e fiancheggiato da antichi edifici.
Il nostro itinerario inizia davanti al Bar " Salti Del
Diavolo" , passando davanti alle scuole elementari del
paese, forse è meglio dire le ex scuole. Attraversiamo il
paese, molto ben tenuto, e apprezziamo le molte case
restaurate e la strada tutta lastricata di nuovo. Purtroppo,
dalle imposte delle finestre chiuse, si capisce che queste
case sono prevalentemente di villeggiatura. Seguendo le
indicazioni usciamo dal paese e prendiamo una carrareccia e
da subito notiamo un
primo spuntone roccioso dei Salti già utilizzato
come cava nei secoli scorsi dove
si ricavavano enormi e pesanti ruote di
pietra (“macine”)
destinate ai Mulini della zona e dell’intera
provincia per la produzione della farina.
Gli scalpellini le cavavano a mano,
tagliandole dalla roccia con martello ed attrezzi
dell’epoca: possiamo solo immaginare quanta fatica
occorresse e quanto
tempo per non romperle.
Questa zona è ricca di corsi d'acqua e con le forti piogge
dei giorni scorsi, meglio dire dei mesi scorsi, ha
impregnato la terra tanto che da ogni angolo sgorgano
tantissimi rivoli con il risultato di trasformare il
tracciato in un pantano. i nostri passi da principio tendono
a evitare il fango, ma poi, visto l'impossibilità di
evitarli ci inzaccheriamo come cinghiali.
Continuiamo su questa strada, sempre in forte discesa,
troviamo un incrocio con la Via Francigena, la
strada utilizzata nel
Medioevo dai pellegrini provenienti dall’Inghilterra e dalla
Francia per raggiungere Roma. Qui
vediamo altri due cave, sempre
legate alla formazione rocciosa dei Salti.
Il sentiero diventa sempre più ripido e costeggiamo il Rio
Canevara, tutta l'acqua sembra scorrere lungo la strada e
camminiamo letteralmente nel fango. Costeggiamo delle pareti
dei salti e qui notiamo la friabilità di queste formazioni,
sul terreno vi sono rotolati numerosi ciottoli di varie
dimensioni.
Nei dintorni si osservano grossi blocchi comglomeratici
d’aspetto “mammellonare”, come specificato in un pannello
informativo.
Continuiamo sempre in discesa sino a raggiungere l'impetuoso
torrente Baganza dove è stato costruito un bel ponte che
permette l'attraversamento del torrente, altrimenti sarebbe
stato impossibile, infatti è in piena e il fragore dello
scorrere dell'acqua è fortissimo, poco più a valle una
briglia costruita per evitare l'erosione eccessiva del
torrente aumenta il rumore.
Attraversiamo il torrente,
il ponte
è ben fissato ed è molto robusto ma anche assai
flessibile e ci divertiamo farlo sobbalzare con effetto mal
di mare. Subito al di la del ponte c'è un'area attrezzata
pic nic e subito dopo ci troviamo davanti ad un bivio,
a destra il sentiero 711A e a sinistra si prosegue sul 711
che sale su un ripido sentiero adiacente alla base dei Salti
fino a quota 700 metri circa. Continuiamo tra boschi di
cerro, carpino e faggio,la primavera meteorologica ancora
non si è vista ma comunque la natura fà il suo corso e tra
le foglie secche spuntano numerose primule gialle e altri
fiori che danno un pò di colore al grigiore della giornata.
Il sentiero risale il
versante nord dei salti e ne permette
l'attraversamento in un punto in cui è stata
approntata un'area attrezzata. Giunti sul crinale
dei Salti possiamo ammirare le formazioni da vicino, qui
possimo vedere molto bene la tipica guglia denominata "
Il
Pinguino"
Subito dopo ci si immette nella carrareccia
proveniente da "il Podere" che porta a Chiastre, arrivati al
bivio del 771A si proseguiamo a sinistra su strada sterrata,
segnavia 711, poco al di sotto di Chiastre, suggestiva è
l’ampia panoramica sul ( ora vi stupisco! )
Flysch (Il flysch voce dialettale della Svizzera
tedesca che significa china scivolosa, è un complesso
sedimentario composto da roccia sedimentaria clastica, di
origine sin-orogenetica, depostasi in ambiente marino
tramite meccanismi deposizionali di tipo gravitativo:
principalmente frane sottomarine e correnti di torbida") di
M. Cassio, sulla morfologia della vallata e sulle guglie dei
Salti che sembrano rincorrersi da Piovolo fino a Cassio e
all'abitato di Chiastre.
Lugo la strada vediamo quanto sia bizzarra la natura, oltre
che al " Pinguino" ora vediamo anche un'altra formazione che
ricorda uno
squalo e
per questo conosciuta così.
Continuiamo a salire sulla strada e incontriamo le prime
case, è passata circa un'ora da quando abbiamo attraversato
il torrente. Abbiamo raggiunto l’abitato di Chiastre sulla provinciale Calestano-Berceto.
Sulla sinistra, poco più in basso, notiamo un bar, fa assai
freddo e tira anche un bel venticello, decidiamo di andarci
a scaldare un pò e magari un buon caffè non ci sta male!
Riprendiamo la via del ritorno e ci portiamo al primo
bivio con il 711A e lo seguiamo verso sinistra percorrendo
una comoda carrareccia che porta alla località Gavazzolo
e subito dopo l’antica corte del “Casino Pallavicino”.
Continuiamo ancora sulla strada sterrata e quando giungiamo
al torrente Rio del Lago prendiamo sulla destra entrando nel
bosco. Costeggiamo il torrente che forma alcune piccole ma
suggestive cascatelle, quando ad un tratto ci attrversa una
grossa lepre molto spaventata dalla nostra presenza e con un
balzo attraversa il corso d'acqua e sparisce nella macchia.
proseguiamo sempre nel bosco sino a raggiungere il
sentiero 771 appena prima della passerella su Baganza. Siamo
curiosi e andiamo a vedere la briglia costruita nella
strettoia tra i Salti, per raggiungerla camminiamo nella
mota, siamo proprio di fianco al
salto
dell'acqua e una fitta nebbiolina bagnata ci investe, la
corrente è impetuosa e già si vedono i primi cedimenti della
barriera, infatti dalle acque turbolente si vedono spuntare
i ferri per l'armatura del cemento. Riprendiamo il cammino
ma prima dobbiamo fare la
foto di
gruppo come è di rito, scegliamo come location il ponte.
Riprendiamo il cammino percorrendo quello che è stata al
mattino una ripida discesa ora una ripida salita e in circa
un'ora raggiungiamo l'abitato di Cassio. Prima di
raggiungere le auto urge alleggerirci di un po' di fango ed
ecco una fonte provvidenziale appena prima de paese e qui ci
leviamo
almeno dagli scarponi un bel po' di poltiglia.
Non ci resta che andarci a prendere qualcosa di caldo e poi
possiamo riprendere la via di casa.
Questa escursione ci ha portato lontano dalle nostre
montagne, le Apuane, è un'escursione facile alla portata di
tutti dove lo
spettacolo della natura
affascina,”monumenti naturali”, stupende
“opere d’arte”,
Un
viaggio nel tempo, dove le pietre
raccontano le epoche geologiche.
Questo
meraviglioso luogo
ci ha donato
grandi emozioni
, uno di quei veri “monumenti
naturali”,
molto vicini a noi anche se
immersi nella natura delle montagne.
A volte cerchiamo posti incantati anche lontani non
sapendo che vicino a noi abbiamo posti unici e
veri monumenti naturali
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