U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

7/4/2013 I Salti Del Diavolo
Esistono luoghi dove è possibile sentire il respiro della Storia, camminando lungo sentieri che tramandano le memorie del passato, tradizioni senza tempo ed antiche leggende. Cassio è uno di questi: antichi e moderni pellegrini hanno calpestato le sue strade, scendendo a Roma lungo la Via Francigena; eremiti e monaci si sono ritirati in meditazione nel silenzio dei boschi circostanti; le stravaganti conformazioni rocciose che attorniano il paese hanno ispirato favolosi racconti e si sono coperte del sudore di generazioni di scalpellini; mentre partigiani e civili, qui hanno perso la vita in nome della libertà.


 

La dorsale dei Salti del Diavolo è parte di una formazione che si estende dal Monferrato all'Appennino Modenese che in Val Baganza affiora per circa 5 Km in direzione nord/nord ovest - sud/sud est quasi perpendicolare al corso del torrente, dalla località Piovolo fino al monte Cassio. Dal punto di vista geologico, i Salti sono costituiti da depositi sedimentari di età cretacica (circa 80 milioni di anni fa), originati da immani frane sottomarine di materiali a granulometria grossolana che, a causa di movimenti tettonici si presentano in forma di strati verticali di arenarie e conglomerati prevalentemente silicei. La peculiare forma a guglie si deve all'erosione che ha agito in modo differenziale sui corpi rocciosi. Alla base si trovano grossi ciottoli cementati di graniti, greiss, porfidi, calcari, arenarie, diaspri, ecc, per poi passare salendo a una puddinga (conglomerato costituito da ciottoli arrotondati) sempre più fine per giungere nella parte superiore a una arenaria biancastra e compatta. Questa pietra, chiamata localmente "mass ladèin", è stata estratta e usata soprattutto per le parti architettoniche a vista, dal momento che si presta ad essere scolpita. Numerosi manufatti eseguiti con abilità e perizia, fino a qualche decina di anni fa dagli scalpellini locali sono visibili all'interno o sulle facciate dei fabbricati.  Una leggenda medievale legata a queste conformazioni geologiche racconta che siano le orme del diavolo messo in fuga da un eremita locale!


 

Come arrivare:
Dalla Versilia alla Spezia, dove si devia sull’autostrada per Parma e si esce a Berceto e si prosegue fino all’omonimo paese; qui si prende la SS62, passando per Castellonchio e Cavazzola, fino a Cassio, dove si parcheggia presso il Bar Salti del Diavolo.

                                                                                         - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO: Cassio Parmense - Torrente Baganza - Chiastre - Casinò Pallavicino - Cassio Parmense.
Dislivello: Salita: 547 m   Discesa: 561 m
 
PARTECIPANTI:  11 escursionisti 


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA
4 h cammino tra andata e ritorno
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI :  771 - 771A.
   
 
ACQUA: Al paese di Cassio e alle  Chiastre, alcune fonti lungo il percorso
 

PUNTI D'APPOGGIO :
Al paese di Cassio: 
Bar "i Salti Del Diavolo" Telefono: 0525 526178

 Al paese  Chiastre: "La Baita Di Chiastre" telefono: 320 6257169

Informazioni: Parma Turismi
Tel. 0521.228152 - Fax 0521.223161

info@parmaturismi.it

 

PERIODO CONSIGLIATO Tutto l'anno

 

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Elevazione

      

                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

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Finalmente una giornata discreta per poter effettuare un'escursione; ultimamente il tempo ci è stato molto avverso facendoci desistere da alcune escursioni programmate.
Oggi siamo determinati a fare la nostra camminata.
La sveglia ci chiama di buon ora perché la nostra meta oggi è situata nell'Appennino parmense e per raggiungerla ci vorranno circa due ore.
Una volta riunito il gruppo partiamo subito alla volta di Berceto, prendiamo l'autostrada A 12 in direzione La Spezia e poi la A 15 direzione Parma.
Appena usciamo dalla galleria di Valico e passiamo dalla Toscana all'Emilia, notiamo subito il cambiamento. Mentre nel versante toscano vi erano anche vari spazzi di sereno, al di là vi era una fitta nebbia tipica del versante padano.
Non ci lasciamo intimorire e proseguiamo, certo che si infittisce sempre di più.
Verso le 9,30 giungiamo al paese di Cassio e la nebbia sembra che si sollevi un pò, siamo pronti alla nostra camminata.
Diamo prima uno sguardo al paese, molto interessante
il suo impianto urbanistico medioevale,

con la seicentesca chiesa dell'Assunta di Cassio, sorta sui resti di una cappella del XIII secolo, 
degni di nota sono i quattrocenteschi affreschi raffiguranti San Giovanni Battista e San Benedetto. 
Caratteristico il borgo, che attraversa l'abitato da Nord a Sud, lastricato in pietra e fiancheggiato da antichi edifici.
Il nostro itinerario inizia davanti al Bar " Salti Del Diavolo" , passando davanti alle scuole elementari del paese, forse è meglio dire le ex scuole. Attraversiamo il paese, molto ben tenuto, e apprezziamo le molte case restaurate e la strada tutta lastricata di nuovo. Purtroppo, dalle imposte delle finestre chiuse, si capisce che queste case sono prevalentemente di villeggiatura. Seguendo le indicazioni usciamo dal paese e prendiamo una carrareccia e da subito notiamo un
primo spuntone roccioso dei Salti già utilizzato come cava nei secoli scorsi dove si ricavavano enormi e pesanti ruote di pietra (“macine”) destinate ai Mulini della zona e dell’intera provincia per la produzione della farina. Gli scalpellini le cavavano a mano, tagliandole dalla roccia con martello ed attrezzi dell’epoca: possiamo solo immaginare quanta fatica occorresse e quanto tempo per non romperle.
Questa zona è ricca di corsi d'acqua e con le forti piogge dei giorni scorsi, meglio dire dei mesi scorsi, ha impregnato la terra tanto che da ogni angolo sgorgano tantissimi rivoli con il risultato di trasformare il tracciato in un pantano. i nostri passi da principio tendono a evitare il fango, ma poi, visto l'impossibilità di evitarli ci inzaccheriamo come cinghiali.
Continuiamo su questa strada, sempre in forte discesa, troviamo un incrocio con la Via Francigena, la
strada utilizzata nel Medioevo dai pellegrini provenienti dall’Inghilterra e dalla Francia per raggiungere Roma.  Qui vediamo altri due cave, sempre
legate alla formazione rocciosa dei Salti.
Il sentiero diventa sempre più ripido e costeggiamo il Rio Canevara, tutta l'acqua sembra scorrere lungo la strada e camminiamo letteralmente nel fango. Costeggiamo delle pareti dei salti e qui notiamo la friabilità di queste formazioni, sul terreno vi sono rotolati numerosi ciottoli di varie dimensioni.
Nei dintorni si osservano grossi blocchi comglomeratici d’aspetto “mammellonare”, come specificato in un pannello informativo.
Continuiamo sempre in discesa sino a raggiungere l'impetuoso torrente Baganza dove è stato costruito un bel ponte che permette l'attraversamento del torrente, altrimenti sarebbe stato impossibile, infatti è in piena e il fragore dello scorrere dell'acqua è fortissimo, poco più a valle una briglia costruita per evitare l'erosione eccessiva del torrente aumenta il rumore. 
Attraversiamo il torrente, il ponte è ben fissato ed è molto robusto ma anche assai flessibile e ci divertiamo farlo sobbalzare con effetto mal di mare. Subito al di la del ponte c'è un'area attrezzata pic nic  e subito dopo ci troviamo davanti ad un bivio, a destra il sentiero 711A e a sinistra si prosegue sul 711 che sale su un ripido sentiero adiacente alla base dei Salti fino a quota 700 metri circa. Continuiamo tra boschi di cerro, carpino e faggio,la primavera meteorologica ancora non si è vista ma comunque la natura fà il suo corso e tra le foglie secche spuntano numerose primule gialle e altri fiori che danno un pò di colore al grigiore della giornata.
Il sentiero risale il versante nord dei salti e ne permette l'attraversamento in un punto in cui è stata approntata un'area attrezzata. Giunti sul crinale dei Salti possiamo ammirare le formazioni da vicino, qui possimo vedere molto bene la tipica guglia denominata " Il Pinguino"
Subito dopo ci si immette nella carrareccia proveniente da "il Podere" che porta a Chiastre, arrivati al bivio del 771A si proseguiamo a sinistra su strada sterrata, segnavia 711, poco al di sotto di Chiastre, suggestiva è l’ampia panoramica sul ( ora vi stupisco!) Flysch  (Il flysch voce dialettale della Svizzera tedesca che significa china scivolosa, è un complesso sedimentario composto da roccia sedimentaria clastica, di origine sin-orogenetica, depostasi in ambiente marino tramite meccanismi deposizionali di tipo gravitativo: principalmente frane sottomarine e correnti di torbida") di M. Cassio, sulla morfologia della vallata e sulle guglie dei Salti che sembrano rincorrersi da Piovolo fino a Cassio e all'abitato di Chiastre.
Lugo la strada vediamo quanto sia bizzarra la natura, oltre che al " Pinguino" ora vediamo anche un'altra formazione che ricorda uno squalo e per questo conosciuta così.
Continuiamo a salire sulla strada e incontriamo le prime case, è passata circa un'ora da quando abbiamo attraversato il torrente. Abbiamo raggiunto l’abitato di Chiastre sulla provinciale Calestano-Berceto. Sulla sinistra, poco più in basso, notiamo un bar, fa assai freddo e tira anche un bel venticello, decidiamo di andarci a scaldare un pò e magari un buon caffè non ci sta male!
Riprendiamo la via del ritorno  e ci portiamo al primo bivio con il 711A e lo seguiamo verso sinistra percorrendo una comoda carrareccia che porta alla località Gavazzolo e subito dopo l’antica corte del “Casino Pallavicino”.
Continuiamo ancora sulla strada sterrata e quando giungiamo al torrente Rio del Lago prendiamo sulla destra entrando nel bosco. Costeggiamo il torrente che forma alcune piccole ma suggestive cascatelle, quando ad un tratto ci attrversa una grossa lepre molto spaventata dalla nostra presenza e con un balzo attraversa il corso d'acqua e sparisce nella macchia. proseguiamo sempre nel bosco sino a raggiungere il  sentiero 771 appena prima della passerella su Baganza. Siamo curiosi e andiamo a vedere la briglia costruita nella strettoia tra i Salti, per raggiungerla camminiamo nella mota, siamo proprio di fianco al salto dell'acqua e una fitta nebbiolina bagnata ci investe, la corrente è impetuosa e già si vedono i primi cedimenti della barriera, infatti dalle acque turbolente si vedono spuntare i ferri per l'armatura del cemento. Riprendiamo il cammino ma prima dobbiamo fare la foto di gruppo come è di rito, scegliamo come location il ponte.
Riprendiamo il cammino percorrendo quello che è stata al mattino una ripida discesa ora una ripida salita e in circa un'ora raggiungiamo l'abitato di Cassio. Prima di raggiungere le auto urge alleggerirci di un po' di fango ed ecco una fonte provvidenziale appena prima de paese e qui ci leviamo almeno dagli scarponi un bel po' di poltiglia.
Non ci resta che andarci a prendere qualcosa di caldo e poi possiamo riprendere la via di casa.
Questa escursione ci ha portato lontano dalle nostre montagne, le Apuane, è un'escursione facile alla portata di tutti dove lo
spettacolo della natura  affascina,”monumenti naturali”, stupende opere d’arte, Un viaggio nel tempo, dove le pietre raccontano le epoche geologiche.
Q
uesto meraviglioso luogo ci ha donato grandi emozioni , uno di quei veri “monumenti naturali”, molto vicini a noi anche se immersi nella natura delle montagne.

A volte cerchiamo posti incantati anche lontani non sapendo che vicino a noi abbiamo posti unici e veri monumenti naturali

 

 

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