Oggi andremo ad effettuare
un'escursione al di fuori delle Apuane, ci recheremo sull'Appennino
lucchese su una montagna ai più della nostra comitiva sconosciuta: il Prato Fiorito.
L’itinerario non si svolge su sentieri CAI segnati e
numerati, ma su tracce in abbandono, frequentate in tempi ormai lontani
dai pastori locali.
Arrivando da Bagni di Lucca, l’escursione ha inizio da
San Cassiano di Controne, località Cappelle. In prossimità di uno
slargo, di fronte ad un'area attrezzata per pic- nic e dove è presente
una fontana, lasciamo le auto e
indossati gli zaini attraversiamo la strada, prendiamo una
sterrata che sale subito in decisa salita. Purtroppo le condizioni
meteo non sono delle migliori e specialmente volgendo lo sguardo verso
la montagna vediamo che è immersa nelle
basse nuvole. Comunque ormai siamo qui e vogliamo andare a vedere
questa montagna molte volte vista da altre cime o sentita raccontare,
nebbia o non nebbia si parte.....speriamo che non ci prendiamo anche una bella
lavata!
Si sale sul versante meridionale della montagna e davanti a noi ci si
presenta un grande ghiaione che ci ricorda quelli che si trovano sulle
dolomiti, " Le Ravi"del Prato Fiorito, un' enorme frana che seppellì nel
1784 due piccoli centri abitati
.
Ben presto questa sterrata entra nel bosco e diventa sentiero, i
castagni, anche qui colpiti dalla
cinipide del castagno una piccola vespa che proviene
originariamente dalla Cina meridionale ed è stata probabilmente
introdotta con materiale infestato in Europa;
nel bosco vi sono anche bei faggi e piante di carpino. Notiamo
anche delle belle fioriture di orchidee selvatiche, ginestre, timo
serpillo, saponaria e bei
cespugli di
ginestra. Tutti questi colori sgargianti danno un tocco di vivacità
in questa grigia giornata.
Come detto i sentieri non sono segnati ma comunque questo tratto è ben
marcato e non ci resta che seguirne la traccia. mentre saliamo
faticosamente incontriamo un gruppetto con
mountain
bike che provengono dal versante opposto, quello di Monte Fegatesi; li
lasciamo passare poi continuiamo per la nostra meta.
Arriviamo ad una casa ben tenuta, dovremmo essere al colle Serra, col
beneficio del dubbio, dico si dovrebbe perchè non è che abbia trovato
molta documentazione su questa zona.
La casa è chiusa ma pensiamo che sia una casa per
i fine settimana estivi, per essere abitata in pianta stabile è un po'
troppo isolata comunque una bella casetta.
Nei paraggi, mentre seguiamo
ancora l'ampia traccia incontriamo altre costruzioni ormai ridotte a
ruderi ma salendo sul crinale del colle vediamo che più in basso arriva
una strada sterrata proveniente da Monte Fegatesi
che
viene percorsa anche con auto e qui, naturalmente vi sono più case e in
buono stato.
La via che stiamo percorrendo è stata allargata di recente, il motivo ci
sfugge perchè ad un certo punto termina.
Ci inoltriamo sulla destra tra cespugli e erba alta e abbondantemente
bagnata; a tratti notiamo delle vecchie tracce di sentiero che ormai
pochissimi percorrono, molto belle sono le rocce carsiche che inglobano
altre rocce più dure e resistenti agli agenti atmosferici e per questo
sembrano dei begli intarsi.
Giungiamo sul crinale che segue l'impluvio fra Monte
Coronato e Monte Prato Fiorito
e proseguiamo andando a destra, ora la
salita diventa
molto più impegnativa, inoltre adesso abbiamo raggiunto il limitare
delle nuvole e stiamo per entrarci dentro, la temperatura non è certo da
undici di maggio ma piuttosto sembra una giornata invernale, ci si mette
anche un freddo e forte vento.... non ci facciamo mancare niente.
Non ci resta che salire alla ceca, i primi della colonna non si vedono e
girandoci indietro neanche gli ultimi, la visibilità e di pochi metri.
In compenso salendo incontriamo le prime
giunchiglie,
molto belle sono anche le abbondanti fioriture di
orchidee
selvatiche color porpora e gialle.
La salita è molto ripida, il vento ci tormenta, non piove ma siamo
ugualmente bagnati dalla nebbia, il paesaggio è al quanto surreale.
Qualcuno dice: " di là c'è Monte Fegatesi, dall'altra parte Limano e poi
il Balzo Nero e......"
sarà ma per noi che è la prima volta che saliamo quassù potremmo
essere ovunque!
Finalmente giungiamo sull'ampia cresta sommitale e ci dirigiamo verso
ovest, adesso si che il vento ci sferza per bene, ma è maggio o gennaio?
Giungiamo su un ampio pianoro e una scritta su un sasso ci dice che
siamo giunti, finalmente, sulla vetta del Prato Fiorito a quota 1297mt.
Ci viene raccontato che il panorama sarebbe molto suggestivo
sulla Valle Lima con intorno la Penna di Lucchio e Memoriante, Balzo
Nero, Monte Limano, Monte Mosca, catena Appenninica e le Alpi Apuane.
Sarà ma in mezzo a tutta questa nebbia non si vede proprio niente!
Non ci pensiamo neanche un minuto ripartiamo subito scendendo dal
crinale opposto, verso est, ripido come la salita, su questo versante le
giunchiglie sono più numerose.
Proseguiamo non senza qualche scivolone, il terreno è abbastanza
infido bagnato com'è!
Comunque man mano che ci abbassiamo di quota il vento cala e la
temperatura è meno rigida, infine rientriamo nel bosco e in breve
giungiamo allo sterrato che porta all'Alpe Siviglioli e Foce
al Lago. Noi ci
dirigiamo dal lato opposto e dopo pochi metri giungiamo ad una
marginetta
in località Pian di Luco a quota 970mt. dove è presente anche una vasca
per il prelievo dell'acqua dagli elicotteri antincendio.
Il locale è abbastanza ampio e ne approfittiamo per consumare il nostro
pranzo al coperto ne esce fuori un bel momento conviviale dove ci
dividiamo quello che abbiamo nello zaino, il momento clou è quello del
caffè, dove
Bruno e Luca si sono sfidati a chi lo avrebbe fatto più buono, per
decidere qual'era il migliore ne abbiamo dovuti bere due.
La sosta è stata abbastanza lunga ma ora dobbiamo riprendere il cammino,
un'ultima foto di gruppo e via si riparte.
La discesa all'inizio è su un sentiero ben marcato ma ben presto
sparisce nella vegetazione e procediamo orientandosi vedendo il paese di
San Cassiano, su questo tratto sono bellissime le fioriture di ginestra
e di piante di biancospino, dopo circa venti minuti dalla partenza della
marginetta sulla sinistra troviamo un vecchio abbeveratoio da dove
sgorga una fresca fonte di sorgente non utile oggi ma nelle giornate
molto calde indispensabile per una bella rinfrescata.
Ormai siamo sopra il paese e con qualche tornante giungiamo al
parcheggio dove abbiamo lasciato le auto chiudendo l'anello.
Ora non ci resta che chiudere la giornata salutandoci degnamente davanti
ad una bella birra e darci appuntamento per le prossime avventure.