U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

11/05/2014 Monte Prato Fiorito - Appennino Lucchese

Il monte Prato Fiorito (1297 m. s.l.m.)  domina la zona della Controneria e di Bagni di Lucca: privo di vegetazione, come attesta chiaramente il toponimo. In primavera si copre completamente di fiori, prevalentemente giunchiglie, con un vero spettacolo di colori.
Numerose sono le leggende legate al monte Prato Fiorito, che ha sempre colpito l'immaginazione per la sua forma particolare: si dice che la vetta brulla e rotondeggiante del Prato Fiorito sia legata alla presenza di streghe e diavoli che vi si radunano in precise sere dell'anno come la notte di San Giovanni quando partono da Borgo a Mozzano e, dopo aver attraversato il Ponte del Diavolo, vi si dirigono turbinando come il vento.
Anche Giovanni Pascoli, attento conoscitore delle tradizioni popolari, conosceva la leggenda delle streghe che si radunavano sul Prato Fiorito: nel suo racconto La Cunella si legge:
"Ah! Vecchiaccia del diavolo! Va sul Prato Fiorito! Ora vedo che lo maldocchiasti tu!
"

 


 


 

COME ARRIVARE: Percorrere  la strada che da Camaiore porta a Lucca, poi, seguendo le indicazioni prendiamo per l'Abetone ( SS 12) , passando per Borgo a Moriano, Bagni di Lucca. Dopo circa otto km si trova il bivio, sulla sinistra, per Palleggio e S. Cassiano, si segue per quest'ultimo.


                                                                                         - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO: San Cassiano, loc Cappelle 569 mt. - Prato Fiorito  1297mt.
 
PARTECIPANTI:  25 - escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA
5,30 h
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI :
Sentieri non segnati - vecchie tracce
   
 
ACQUA: A San Cassiano
 
PUNTI D'APPOGGIO :
nessuno
                               

PERIODO CONSIGLIATO: Può essere effettuata tutto l'anno, con attenzione nel periodo invernale quando potrebbe esser presente neve.

 

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Foto escursione

            

Oggi andremo ad effettuare un'escursione al di fuori delle Apuane, ci recheremo sull'Appennino lucchese su una montagna ai più della nostra comitiva sconosciuta: il  Prato Fiorito.
L
’itinerario non si svolge su sentieri CAI segnati e numerati, ma su tracce in abbandono, frequentate in tempi ormai lontani dai pastori locali.
Arrivando da Bagni di Lucca, l’escursione ha inizio da San Cassiano di Controne, località Cappelle. In prossimità di uno slargo, di fronte ad un'area attrezzata per pic- nic e dove è presente una fontana, lasciamo le auto e indossati gli zaini attraversiamo la strada, prendiamo una sterrata che sale subito in decisa salita. Purtroppo le condizioni meteo non sono delle migliori e specialmente volgendo lo sguardo verso la montagna vediamo che è immersa nelle basse nuvole. Comunque ormai siamo qui e vogliamo andare a vedere questa montagna molte volte vista da altre cime o sentita raccontare, nebbia o non nebbia si parte.....speriamo che non ci prendiamo anche una bella lavata!
Si sale sul versante meridionale della montagna e davanti a noi ci si presenta un grande ghiaione che ci ricorda quelli che si trovano sulle dolomiti, " Le Ravi"del Prato Fiorito, un' enorme frana che seppellì nel 1784 due piccoli centri abitati
.
Ben presto questa sterrata entra nel bosco e diventa sentiero, i castagni, anche qui colpiti dalla
cinipide del castagno una piccola vespa che proviene originariamente dalla Cina meridionale ed è stata probabilmente introdotta con materiale infestato in Europa; nel bosco vi sono anche bei faggi e piante di  carpino. Notiamo anche delle belle fioriture di orchidee selvatiche, ginestre, timo serpillo, saponaria e bei cespugli di ginestra. Tutti questi colori sgargianti danno un tocco di vivacità in questa grigia giornata.
Come detto i sentieri non sono segnati ma comunque questo tratto è ben marcato e non ci resta che seguirne la traccia. mentre saliamo faticosamente  incontriamo un gruppetto con
mountain bike che provengono dal versante opposto, quello di Monte Fegatesi; li lasciamo passare poi continuiamo per la nostra meta.
Arriviamo ad una casa ben tenuta,  dovremmo essere al colle Serra, col beneficio del dubbio, dico si dovrebbe perchè non è che abbia trovato molta documentazione su questa zona.
La casa è chiusa ma pensiamo che sia una casa per i fine settimana estivi, per essere abitata in pianta stabile è un po' troppo isolata comunque una bella casetta.
Nei paraggi, mentre seguiamo ancora l'ampia traccia incontriamo altre costruzioni ormai ridotte a ruderi ma salendo sul crinale del colle vediamo che più in basso arriva una strada sterrata proveniente da Monte Fegatesi
che viene percorsa anche con auto e qui, naturalmente vi sono più case e in buono stato.
La via che stiamo percorrendo è stata allargata di recente, il motivo ci sfugge perchè ad un certo punto termina.
Ci inoltriamo sulla destra tra cespugli e erba alta e abbondantemente bagnata; a tratti notiamo delle vecchie tracce di sentiero che ormai pochissimi percorrono, molto belle sono le rocce carsiche che inglobano altre rocce più dure e resistenti agli agenti atmosferici e per questo sembrano dei begli intarsi.
Giungiamo sul crinale che segue l'impluvio
fra Monte Coronato e Monte Prato Fiorito e proseguiamo andando a destra, ora la salita diventa molto più impegnativa, inoltre adesso abbiamo raggiunto il limitare delle nuvole e stiamo per entrarci dentro, la temperatura non è certo da undici di maggio ma piuttosto sembra una giornata invernale, ci si mette anche un freddo e forte vento.... non ci facciamo mancare niente.
Non ci resta che salire alla ceca, i primi della colonna non si vedono e girandoci indietro neanche gli ultimi, la visibilità e di pochi metri.
In compenso salendo incontriamo le prime giunchiglie, molto belle sono anche le abbondanti fioriture di orchidee selvatiche color porpora e gialle.
La salita è molto ripida, il vento ci tormenta, non piove ma siamo ugualmente bagnati dalla nebbia, il paesaggio è al quanto surreale. Qualcuno dice: " di là c'è Monte Fegatesi, dall'altra parte Limano e poi il Balzo Nero e......"
sarà ma per noi che è la prima volta che saliamo quassù potremmo essere ovunque!
Finalmente giungiamo sull'ampia cresta sommitale e ci dirigiamo verso ovest, adesso si che il vento ci sferza per bene, ma è maggio o gennaio?
Giungiamo su un ampio pianoro e una scritta su un sasso ci dice che siamo giunti, finalmente, sulla vetta del Prato Fiorito a quota 1297mt. Ci viene raccontato che il panorama sarebbe
molto suggestivo  sulla Valle Lima con intorno la Penna di Lucchio e Memoriante, Balzo Nero, Monte Limano, Monte Mosca, catena Appenninica e le Alpi Apuane. Sarà ma in mezzo a tutta questa nebbia non si vede proprio niente!
Non ci pensiamo neanche un minuto ripartiamo subito scendendo dal crinale opposto, verso est, ripido come la salita, su questo versante le giunchiglie sono più numerose.
Proseguiamo non senza qualche scivolone, il terreno è abbastanza infido bagnato com'è!
Comunque man mano che ci abbassiamo di quota il vento cala e la temperatura è meno rigida, infine rientriamo nel bosco e in breve giungiamo allo sterrato che porta all'
Alpe Siviglioli e Foce al Lago. Noi ci dirigiamo dal lato opposto e dopo pochi metri giungiamo ad una marginetta in località Pian di Luco a quota 970mt. dove è presente anche una vasca per il prelievo dell'acqua dagli elicotteri antincendio.
Il locale è abbastanza ampio e ne approfittiamo per consumare il nostro pranzo al coperto ne esce fuori un bel momento conviviale dove ci dividiamo quello che abbiamo nello zaino, il momento clou è quello del caffè, dove Bruno e Luca si sono sfidati a chi lo avrebbe fatto più buono, per decidere qual'era il migliore ne abbiamo dovuti bere due.
La sosta è stata abbastanza lunga ma ora dobbiamo riprendere il cammino, un'ultima foto di gruppo e via si riparte.
La discesa all'inizio è su un sentiero ben marcato ma ben presto sparisce nella vegetazione e procediamo orientandosi vedendo il paese di San Cassiano, su questo tratto sono bellissime le fioriture di ginestra e di piante di biancospino, dopo circa venti minuti dalla partenza della marginetta sulla sinistra troviamo un vecchio abbeveratoio da dove sgorga una fresca fonte di sorgente non utile oggi ma nelle giornate molto calde indispensabile per una bella rinfrescata.
Ormai siamo sopra il paese e con qualche tornante giungiamo al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto chiudendo l'anello.
Ora non ci resta che chiudere la giornata salutandoci degnamente davanti ad una bella birra e darci appuntamento per le prossime avventure.


 

 

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