U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

15 nov 2015 Monte Tamburone dal sentiero del Bizzarro




 

 
ITINERARIO: Forno (212 m.)- Casette (378 m.)- Cave della Lavagnina- Monte Tamburone (806 m.)- Vergheto (900 m. circa) – Forno (212 m.)
 
PARTECIPANTI: 22
                                          


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA: 5 h compreso le soste
 
                    DISLIVELLO:  700 mt


 
SENTIERI CAI PERCORSI :
Sentiero del Bizzarro    Forno _ Casette
N°169 Casette – Cava Lavagnina – Croce di Gioia – Colle I Prunetti – strada del Vergheto – Forno
N°38                             Colonnata – Case del Vergheto – Foce Luccica – Foce di Vinca – Pian di Maggio – Strada della Todt – loc. Le Prade – Vinca  
  
 
ACQUA: Forno, Casette e sul sentiero 169 verso la fine dell'escursione
 
PUNTI D'APPOGGIO :
Forno, Casette
                               
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PERIODO CONSIGLIATO: Tutto l'anno da effettuare con molta attenzione con presenza di neve e ghiaccio riservato ad escursionisti esperti con attrezzatura invernale

  COME ARRIVARE:   
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, più avanti si trascura una strada che sale a sinistra in direzione Casette. A 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto.
Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada. Poco prima del borgo sulla sinistra, presso una vecchia chiesa, si trova il parcheggio.


INDICAZIONI STRADALI
                 





 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

            

       

In calendario abbiamo un'escursione su un monte di modesta altezza delle Apuane il Tamburone, sulle Apuane Settentrionali, luogo , per me, sconosciuto il cui nome ci ha incuriosito.
Al ritrovo a Ripa di V. con piacere ci ritroviamo in un bel gruppo di 22 escursionisti pronti alla partenza.
Giungiamo a Forno, appena prima di entrare nel paese, sulla destra vi è un parcheggio, dietro una chiesa, dove lasciamo l'auto.
Riscendiamo brevemente lungo la strada, passiamo davanti ad una bel monumento in marmo dedicato alle vittime della strage della seconda guerra mondiale e subito dopo inizia sulla destra il sentiero del Bizzarro, una freccia bianco rossa lo evidenzia molto bene.
Questo
 
antico tracciato di collegamento fra Forno e Casette, molto utilizzato un tempo dai cavatori per recarsi alle cave della Lavagnina ed a quelle di Cima Gioia nel versante di Colonnata. Il tracciato, un tempo scorreva in mezzo ad un fiorente bosco oggi purtroppo distrutto da vari incendi. Se non altro ne usufruisce la vista che, non nascosta dalle fronde, spazia libera sulla vallata. Il nome al viottolo fu dato dagli abitanti che, secondo antiche leggende, assicuravano che chi si fosse avventurato di notte lungo il suo percorso, sarebbe stato sconvolto da voci, stridii e lamenti.
Il sentiero inizia con una scala in cemento con una ringhiera di ferro ma ben presto prosegue su una bella mulattiera ben tenuta, possiamo già vedere i monti della valle di Renara.
Proseguiamo sul sentiero e incontriamo una fonte, una scritta ci dice che è stata fatta nel 2006,
il tragitto non è faticoso in quanto la salita non è ripida e procede gradatamente senza strappi, innalzandosi sopra la stretta valle del Frìgido che spumeggia sul fondo. Man mano che si procede, la vallata si apre sempre di più lasciando intravedere, alle spalle, il Monte Cavallo, la Cresta di Sella ed il Monte Altissimo. Si aggira un costone sulla destra e si comincia a scorgere, poco più in basso il pittoresco piccolo borgo di Caglieglia (269 m.) e, poco oltre, il più vasto villaggio di Casette (378 m.) sovrastato dai ravaneti della cava della Lavagnina, dalla Rocchetta (897 m) sulla sinistra e dal Monte Tamburone sulla destra.
Giungiamo ad un piccolo piazzale, del Bizzarro, da dove possiamo vedere il monte Antona, i paesi di
Caglieglia, Fornello e Casette con le sue cave Gioia e Lavagnina.
Proseguiamo il cammino su un viottolo cementato per raggiungere la strada asfaltata fino a scorgere sulla destra i segnali del CAI che indicano l’inizio del sentiero 169 per il Vergheto. Si sale nelle strade del paese fino a raggiungere la chiesa sulla sua sinistra, salendo fino a trovare una fontana ed un antico lavatoio. Si lascia la strada che procede in avanti e s’imbocca una scalinata sulla destra, che sale  fra le case sino a sfociare su una rotabile alla cima del paese. Si volge a sinistra lungo la carrareccia, fino ad arrivare. ad un piccolo posteggio.
Da quì inizia il sentiero 169 che prosegue tra delle case per poi sbucare ancora una volta sulla strada asfaltata, strada che dobbiamo attraversare e davanti a noi il sentiero prosegue nel bosco del Mancarello, questo sentiero era quello di collegamento con le cave della Lavagnina.
I primi passi sono su scalini in cemento ma subito riabbiamo la mulattiera che sale con molti ripidi tornanti, voltandoci possiamo vedere Casette, Caglieglia e la zona di Antona.
Quando arriviamo nei pressi di una cisterna per la raccolta dell'acqua continuiamo sulla sinistra aggirando le pendici del modesto monte Tamburone con bel panorama su Casette e Caglieglia. Sulla destra una freccia rossa ben evidente indica " Sentiero dei cavatori",  questo porta presso la cava della Lavagnina, noi lo imbocchiamo ma si  potrebbe andare  dritti in un boschetto sino a trovarci sul versante opposto con davanti a noi La Brugiana e sopra di noi la cava della Lavagnina; percorrendo quest'ultimo si accorcerebbe un pò ma ci troveremmo a camminare
su roccia, epoi  affrontare infine un ravaneto con scarti di marmo insidiosi e instabili, infine il sentiero si riporta sulla costa erbosa arrivando sino ad una vecchia casa ormai un rudere che doveva essere un vecchio ricovero di macchinari, la " ca' di Erà " la stessa che raggiungiamo percorrendo il lungo e tortuoso sentiero deicavatori.
Il sentiero riprende sulla destra, sale con alcune serpentine in ambiente di cava, passando per una pinetina, fino a trovare una costruzione con un vecchio serbatoio in muratura per l’acqua. Si sale di alcuni metri e si valica sulla sinistra la cresta del Monte Tamburone (o di Venedreta).
Se la giornata ce lo avesse consentito avremmo avuto una vista superba sulle Apuane che va dal Grondilice al Sella sino all'Altissimo e sotto di noi i borghi di Casette e Caglieglia.
Prendiamo verso nord est seguendo la cresta del Tamburone, Ci troviamo a cavallo fra la valle del Frìgido a destra e quella del Carrione a sinistra. A destra, in basso, si ammira il borgo di Casette, mentre a sinistra, un poco più ravvicinato, l’ordinato paesino di Colonnata, sovrastato dalle sue impressionanti cave. La vista degli agri marmiferi del Carrarese è piuttosto inquietante. Ma in avanti si para l’anfiteatro delle Apuane Settentrionali che partono dal Sagro per allungarsi al Grondilice, al Passo delle Pecore, al Contrario, al Cavallo, alla Tambura, alla Cresta di Sella, all’Altissimo. Da retro sbuca la cima del Pizzo d’Uccello, come detto la giornata non è ideale per vedere tutto ciò, peccato perchè sarebbe una vista da mozzafiato, comunque si può ben dire che ci si trova in presenza di uno dei siti più spettacolari delle Apuane.

Avanziamo sulla facile cresta sino a raggiungere una croce bianca, la vetta del Tamburone.
Quì ci compattiamo e facciamo una piccola sosta per rifocillarci e riprendere fiato, le solite foto di rito e poi riprendiamo il cammino.
Seguiamo il sentiero che scende sulla sinistra, nel versante interno, aggirando la montagna, questo sentiero, facile, si presenta abbastanza insidioso in questo punto per l'umidità delle rocce rendendole molto scivolose ma a parte qualche piccolo scivolone ne usciamo indenni. 
Giungiamo,
poi, al Colle dei Prunetti, dove c'è un bivio che a destra porta a Forno con il sentiero 169 e a sinistra per Vergheto.
Noi andiamo verso quest'ultima località; seguiamo l'ampia cresta passando tra formazioni rocciose e poi entrando in uno splendido castagneto dove vi sono anche splendidi e centenari alberi di notevoli dimensioni.
In breve raggiungiamo le case del Vergheto un antico insediamento con le tipiche case in pietra e la maestà a protezione di tutti coloro che passano e cercano un riparo.
Ci sistemiamo su un'ampia zona erbosa e facciamo la nostra pausa pranzo.
E' un moneto di vero relax e ci concediamo attimi di divertimento con scherzi e battute spiritose.
Concludiamo con il buon caffè di Bruno che non manca mai!
Ma alla fine dobbiamo ripartire, purtroppo di questi tempi le giornate sono molto corte e fà presto buio e di strada ne abbiamo ancora da fare.
Torniamo sui nostri passi ma invece di proseguire sul sentiero che abbiamo appena fatto proseguiamo dritti inoltrandoci su una strada sterrata che poi, dopo alcuni tornanti diventa asfaltata, ancora un paio di tornanti e intercettiamo il sentiero 169.

All'inizio è al quanto sconquassato e poco visibile siamo ora in un castagneto, ben presto ritroviamo l'asfalto ma ancora sulla sinistra gira il nostro sentiero.
Troviamo una freschissima fonte di fronte alla quale discende nel bosco il 169 accompagnato da segnali rossi sulle rocce o alberi.
Si giunge di nuovo sulla strada asfaltata, a ridosso di una grossa costruzione. Si discende un poco la carreggiabile fino a trovare sul guardrail, a destra, il segno rosso del sentiero. Si scavalca il guard-rail e si cala nel bosco trovando muri a secco e vecchie costruzioni. Si trovano i primi orti di Forno e si punta sull’ex Cotonificio sormontato dall’elegante guglia del Pizzacuto, finché si giunge ad una strada che ci sbarra il passo. Si volge a destra passando sopra il paese, si giunge alla piccola piazzetta del centro e, proseguendo lungo la rotabile, in breve tempo si raggiunge l’auto.

 

 

 

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