U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

12 - 13/03/2016 Val Maira



 

Come arrivare in Valle Maira e al Campo Base:
Da Milano
, direzione Torino, autostrada A6 direzione Savona, uscita di Fossano.
Da Genova
, autostrada A6 direzione Torino, uscita Fossano. Seguite la direzione Villafalletto – Busca – Dronero. 
Da Bologna
, autostrada A1 direzione Milano, uscire al casello Piacenza Sud, continuare sull’autostrada A21 direzione Torino, uscita Asti est. Continuare sulla superstrada in direzione Cuneo. Giunti a Cuneo tenere la direzione Caraglio – Dronero – Valle Maira.
Da Dronero
, capoluogo della valle Maira posizionato ai piedi della valle, tenere la direzione Acceglio e percorrere tutta la strada principale attraversando i paesi di Cartignano, San Damiano, Macra, Stroppo, Prazzo ed infine Acceglio. Da Acceglio continuare in direzione Chiappera, Campo Base si trova un chilometro oltre l’ultimo abitato.
Se arrivate in treno da Milano - Torino
occorre raggiungere Cuneo (linee Torino – Cuneo o Torino – Savona); da Genova occorre raggiungere Cuneo (linea Savona – Cuneo, Savona – Torino). Una volta giunti alla stazione ferroviaria di Cuneo prendete la linea di autobus “Benese” che conduce ad Acceglio. Un servizio comodo e conveniente in valle è lo « Sherpabus », il taxi delle montagne, che trasporta persone e bagagli tra un rifugio e l’altro e garantisce collegamenti frequenti con la bassa valle.

                                                                                         - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO: 1° giorno  - Chialvetta (1475m) – Pratorotondo (1622m) - Viviere (1709m)
Dislivello: 234 m da Chialvetta fino a Viviere.
2° giorno -
 
PARTECIPANTI:  13 escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EA)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA
2 h - 1°giorno
3h - 2° giorno
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI :   Segnalazioni bianco rosse e segni gialli
( non sono numerati)
   
 
ACQUA
Numerose fontane lungo i percorsi fatti
 
PUNTI D'APPOGGIO :
Rifugio Campo Base (1650 mt.)

(+39) 334 8416041  www.campobaseacceglio.it

 

 

PERIODO CONSIGLIATO (invernale): da Dicembre a marzo  - aprile
 

 

  Traccia escursione 12/03
Traccia escursione 13/3          Scarica traccia GPS

 
                                
 

      

                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

            

Nel calendario escursionistico della nostra sezione come escursione invernale fuori regione è stata inserita un'escursione sulle Alpi Cozie Meridionali, in Val Maira nel cuneese, sperando di trovare molta neve per effettuare belle camminate con le ciaspole .
Siamo un bel gruppo composto da 13 partecipanti.
Visto la distanza partiamo di buon ora dalla sezione a Ripa di Versilia, ci dividiamo su tre auto e partiamo alla volta di Cuneo.
A Savona lasciamo la A12 e prendiamo la A6 Torino - Savona e usciamo a Cuneo.
Ci dirigiamo verso la Valle Maira percorrendo la strada provinciale 422 raggiungiamo il paese di Dronero.

Dronero (Droné in piemontese, Draonier in occitano) è un comune di 7.360 abitanti della
provincia di Cuneo. Dronero è situato all'imbocco della Valle Maira su un contrafforte roccioso alla confluenza del torrente Maira con il rio Roccabruna.
Da quì seguiamo per Acceglio e poi per Chiappera dove è ubicato il rifugio Campo Base che ci ospiterà per questi due giorni.
Ma prima di portarci al rifugio facciamo una deviazione; una volta giunti ad Acceglio svoltiamo a sinistra per inoltrarsi nel vallone di Unerzio
, una valle laterale della Val Maira e non per questo meno splendida.
Ci fermiamo a visitare il primo borgo di Gheit, dove ne approfittiamo anche per mangiare ma poi raggiungiamo il borgo di Chialvetta da dove partiremo per una breve ciaspolata
.
La nostra passeggiata non sarà molto lunga, solo un paio d'ore tra andata e ritorno, ma in splendidi scenari, inoltre oltre che a Chialvetta toccheremo gli abitati di Pratorotondo e Viviere
, abitati magnificamente conservati che si attraversano e l’ antico sentiero che li unisce è detto “La Scurcio”, ottimo sia per il trekking che per altre attività come la mtb.
Nella valle abbiamo quello che ogni appassionato della montagna ama:
natura possente e piccole borgate incontaminate ma curate, silenzio e ottima segnaletica.
Dal piazzale del borgo, dove abbiamo lasciato le auto, ci dirigiamo verso la scuola e la chiesa e da quì inizia il sentiero della nostra escursione, sentiero segnato con segni gialli e bianco rossi ma niente numerazione.
Proseguiamo su quella che dovrebbe essere uno stradello e ora ricoperto dalla neve, fiancheggiato da larici, costeggiando il torrente
Unerzio sulla sua sinistra orografica sino a toccare , come già detto il
fiabesco villaggo  di Pratotondo.
E' stato molto bello
passare in mezzo alle case di questo villaggio, perché offre un interessante spaccato di quella che è stata la vita e la cultura alpina di queste valli.
Usciti dal borgo proseguiamo superando alcuni declivi innevati e si costeggia poi, una morena glaciale in un tratto leggermente più ripido,
dove troviamo l'indicazione a destra per Viviere la nostra meta, e a sinistra per il mulino e la fornace.
Seguendo il ramo di sinistra si raggiunge il vecchio mulino del paese, una costruzione isolata poco sotto al sentiero e ai margini di un rio.

Il Mulino di Pratorotondo  è stato costruito ad inizio '900 ed è rimasto in attività fino al 1957. Con la sua macina, in granito estratto dalla zona del Colle Ciarbonet, era in grado di macinare al massimo 3 q.li di granella al giorno. Di tutti i mulini presenti nel vallone, quello di Pratorotondo era forse quello con le minori potenzialità, e per questo la macinazione, che aveva inizio ad ottobre, terminava sempre quando gli altri mulini avevano già terminato il lavoro. La macinatura era effettuata a turno dalle famiglie, in un ordine stabilito annualmente per sorteggio. Dopo la macinatura, la farina veniva setacciata con setacci più o meno grossolani, a seconda del ceto sociale delle famiglie: quelle più abbienti potevano permettersi una farina più pura, quelle meno abbienti tenevano una maggior quantità di cruschello. I cereali macinati, tutti coltivati in loco, erano grano, segale, avena e orzo.

Superato il mulino, si arriva ad un secondo bivio: si prende a destra ed in pochi metri si raggiungono i ruderi della fornace per la preparazione della calce  (la costruzione, quasi completamente interrata e aggiungerei ricoperta dalla neve rimane nascosta ai nostri occhi).
Tornati sui propri passi fin quasi a Pratorotondo, si imbocca questa volta il bivio in direzione di Viviere, lungo la "Vio Veio". In moderata salita si raggiunge la borgata  dalla curiosa disposizione delle abitazioni vagamente a ferro di cavallo.
Viviere, è ancora più fiabesco di Pratotondo. Con l'ambiente innevato pare di essere in un vero e proprio presepio.
Ci dirigiamo all'omonimo rifugio per berci una buona birra e godendo del  panorami mozzafiato e del caldo sole.
Stiamo lì progettando così tante escursioni che un anno dovrebbe avere il doppio dei giorni per farne solo la metà a qualcuno di noi visto che al rifugio vi è una bella sauna viene in mente per il prossimo anno di tornare quà e fare una traversata sino al rifugio della Gardetta solo per poter usufruire di questa sauna.
Ma bando alle ciance, dobbiamo riprendere la strada per Chiappera, ormai sono tante ore che siamo in viaggio ed è bene ri
posarci un pò visto che al rifugio Campo Base ci attende anche una escursione in notturna a scrutar le stelle.....forse.
In breve ci giungiamo e siamo subito rapiti dalla vista del gruppo
Castello-Provenzale splendida montagna delle Alpi Cozie, che domina la conca terminale della valle Maira. Sono caratteristiche guglie di roccia, poste in posizione isolata a monte dell'abitato di Chiappera.
Dopo esserci rilassati un pò, alle ore 19:00 prendiamo parte ad una breve escursione notturna organizzata dal rifugio Campo Base a cura del bravissimo Enrico Collo,
geologo, divulgatore scientifico, consulente di promozione turistica e  appassionato di astronomia e mitologia celeste; in questa veste ci accompagnerà su un itinerario dove ci spiegherà le varie costellazioni e il loro rapporto con la mitologia.
Almeno questo era il proposito ma, aimè, abbiamo la brutta sorpresa del celo che ha iniziato a coprirsi, solo per qualche momento si aprono buchi dove ci permettono di vedere alcune stelle. Con quel poco che riusciamo a vedere riesce comunque a farci passare un paio d'ore interessandoci alle straordinarie avventure dei vari: Perseo, Pegaso, Medusa, Pan ecc.
nei più incredibili miti celesti raccontati dalle stelle, mostrandoci la bellezza del cielo stellato.
Ma ci fa anche piacere rientrare al rifugio dove ancora dobbiamo consumare la nostra cena.
Pregustiamo una bella cena stile alpino, magari a base di polenta e salsicce e invece ci si presenta una zuppa di castagne, alquanto brodosa e una misera trotettta al cartoccio con contorno di fagiolini che facevano tanto ospedale.
Ma comunque la fame c'era e ci accontentiamo e a qualcuno la zuppa è piaciuta in particolar modo facendo diversi bis....gusti!
Siamo anche stanchi ed è ora di rifugiarci nella nostra branda e ristorarci con un buon sonno, sempre che russatori di professione non  disturbino eccessivamente.
Giungiamo al mattino senza grossi traumi ma non proprio indenni; facciamo colazione con calma visto che abbiamo appuntamento sempre con Enrico Collo per le ore 09:00.
Ci troviamo fuori dal rifugio pronti a partire e ci portiamo ai lati della pista da sci di fondo facendo attenzione a non rovinare la pista e non ostacolare gli sciatori.
Iniziamo l'escursione portandoci sino al paese di Chiappera.
Chiappera fa parte del comune di Acceglio, sorge a 1614 metri sul livello del mare.
L'origine del suo nome non è quello che pensavamo noi riferito alle terga ma deriva dal dialetto ocitano e piemontese, Chiappera - da ciapuei (in occitano) e ciapè (in piemontese), i mucchi di pietre ricavati dallo spietramento dei campi delle coltivazioni di orzo e segale.
La nostra guida ci descrive bene le tradizioni e la vita nei secoli passati, non molto agiata, di questi luoghi e facendo sosta davanti alla bella chiesetta apprendiamo la storia di
don Agostino Provenzale che nel 1849 parroco di Lausetto, chiamato alle armi in occasione della prima Guerra d'Indipendenza italiana, cadde accanto al proprio cavallo abbattuto dal nemico nel corso della battaglia di Novara.
Per sfuggire al successivo rastrellamento ebbe l'intuizione di nascondersi nel ventre del proprio animale e fu così che si salvò.
Rientrato alla sua parrocchia decise, per la grazia ricevuta, di innalzare una croce proprio in cima a quel picco che sovrasta Chiappera, di cui era stato anche il primo salitore.
Nel 1850, con l'aiuto di parrocchiani, parenti ed amici, realizzò l'impresa portando in vetta con corde e verricelli i pezzi della croce che lì venne innalzata a dominare la valle.
Fu allora che l'indiscussa "regina" - oggi conosciuta come Rocca Provenzale - venne battezzata Croce Provenzale.
Tutti noi pensavamo che Provenzale stesse per la vicinanza alla Provenza francese e invece come si evince deriva dal cognome di questo parroco.
Attraversiamo il borgo tra varie viuzze e notiamo come, grazie a contributi di fondi europei, le case siano state tutte sapientemente ristrutturate  tenendo viva lo stile e la tradizione del posto.
Passiamo davanti alla ex scuola elementare oggi convertita in un " rifugio" di lusso questa ex scuola e le altre quattro elementari di Acceglio, furono costruite grazie al benefattore Davide Calandra. Emigrato in Svizzera e fatta fortuna, nel 1860 lasciò l’intero patrimonio al Comune natio di Acceglio  per l’istruzione gratuita di ragazzi e ragazze". Da qui scendendo per una rampa prendiamo il sentiero che ci porta alla Crocetta di Saretto.
Qui ci dice che sarebbe una zona di caprioli, daini e altri ungulati ma noi non ne abbiamo ne visto ne sentito inoltre sarebbe un bel punto panoramico ma abbiamo una vista solo sull'abbondante nevicata che viene giù.
Scendiamo in ripida discesa verso il borgo di Saretto, anche qui visitiamo il paese e in particolare ci fermiamo davanti alla chiesa di San Lorenzo e alla casa dove vi furono i così detti "incontri di Saretto" che furono gli accordi tra Resistenza italiana e Resistenza francese avvenuti durante la seconda guerra mondiale, vennero realizzati nel maggio del 1944, quando sulle Alpi sud-occidentali liberate dai partigiani della Resistenza italiana e francese si tennero alcuni incontri tra i comandanti dei rispettivi movimenti.
Questi incontri hanno un importante valore storico, rappresentano infatti la vicinanza e la comunanza politica tra i due movimenti in lotta, la voglia reciproca di stabilire relazioni e creare intese di tipo militare.
Riprendiamo il cammino e giunti alla strada attraversiamo il ponte sulla diga a valle
del piccolo bacino artificiale e seguiamo un itinerario in un bellissimo bosco di larici sino ad arrivare alla strada asfaltata a circa un km dal rifugio Campo Base.
Ecco la nostra escursione è terminata, non abbiamo potuto godere dei bei panorami ma comunque è stata molto istruttiva, siamo tutti soddisfatti, adesso non ci resta che concludere degnamente la due giorni con le gambe sotto il tavolino e ci apprestiamo ad assaporare i prodotti tipici di queste valli cuneesi.
Il tempo passa e dobbiamo ripartire, ci attende un lungo viaggio di ritorno, ci congediamo dal nostro bravo accompagnatore e con già la nostalgia nel cuore mettiamo in moto e via si ritorna a casa pronti per nuove avvincenti avventure.



 




 

 

 

 

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