Vista
dalla vetta del Cavallo di Azzano, al centro l'Altissimo con le
cave delle Cervaiole, sulla destra il Sumbra, in lontananza a
sinistra il Sagro
Foto escursione
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Eccoci qua imperterriti anche questa domenica,
pronti per una nuova avventura. Non ci allontaneremo
tanto ma andremo in un territorio un po' snobbato ma
molto bello e suggestivo, cammineremo sui vecchi
sentieri del seravezzino.
Ci dirigiamo al paese di Minazzana e una volta
raggiunto lasciamo le auto presso il campo sportivo, da
qui seguiamo la strada in salita verso il Circolo della
Pubblica Assistenza da dove s’imbocca la mulattiera sulla
sinistra che usavano i cavatori per recarsi a lavorare
alle Cave delle Cervaiole.
Due parole su Minazzana:
"Minazzana (Fundum
Menecianum), sorse
probabilmente grazie ad un insediamento colonico
Lunense, anche se nel 1965 durante la realizzazione di
un piccolo campo di calcio, vennero alla luce alcune
tombe Liguri risalenti al I – II secolo a.C., complete
dei suoi arredi funebri, che furono inviati al Museo
Guinigi di Lucca. In epoca Longobarda Minazzana
appartenne al feudo dei Corvaresi, poi come molti altri
borghi vicini legò il suo destino al Comune della
Cappella e successivamente a Seravezza. La sua chiesa
già esistente nel 1430 è intitolata a S.Pellegrino."
Tornando all'escursione, la mulattiera è molto
panoramica, contraddistinta da rari cartelli con la
scritta “ Montorno”, procede quasi in quota con brevi
tratti in ripida salita. Dai punti più panoramici la
vista spazia dalla Cave della Costaccia, sopra Seravezza
fino al mare per risalire lungo la Valle del Serra fino
al Monte Altissimo. La dorsale dei monti di fronte a
noi preclude la vista sul mare, ma lo sguardo si posa
sulla Cava di Trambiserra, il M. Folgorito il M. Carchio,
il M. Focoraccia, il M. Altissimo, e infine le Cave
HENRAUX alle Cervaiole. Dentro il castagneto, il
sentiero, segue la sinuosità delle pendici del M.
Castellaccio (m. 809) prima e poi del M. Cavallo (m.
1021) Lungo la mulattiera incontriamo ruderi di
vecchi metati abbandonati e prese di acquedotti.
Raggiungiamo un bivio a quota m. 760, il sentiero che
scende sulla destra andrebbe alla Cappella ma ormai non
più usato quasi non si distingue, sul culmine vi è una
panchina e subito dopo un cartello SAV indica: Azzano 30
minuti, Cervaiole 2 ore, Minazzana 1 ora. Proseguiamo e
poco oltre, superato il ponticello di legno sul Botro di
Pionico, giungiamo a un tratto esposto e molto
panoramico sopra la Valle del Serra, da quì c'è anche
una bella vista sul paese di Azzano. Camminiamo sicuri
senza però fidarci dei corrimani di legno ancorati su
paletti infissi nella roccia, sembrano assai precari.
Siamo vicini alla nostra prima meta, il monte
Cavallo di Azzano o Cavallino. Per prendere il sentiero
non vi sono segnali di sorta se non degli ometti di
pietra, almeno oggi c'erano, l'unico punto di
riferimento è una grossa roccia grigia sulla sinistra,
se si viene da Minazzana (
vedi foto). Prendiamo a salire nel bosco e la
traccia non è sempre ben visibile, finché non usciamo in
un grande avvallamento ricoperto di felci, eriche e
ginestroni la cui forma a catino fa pensare ad
un’origine glaciale.
Si naviga a vista mirando al crinale principale in
alto di fronte a noi. Lo raggiungiamo e lo seguiamo
verso destra. ora la traccia diventa più evidente e
facilmente raggiungiamo l'antecima e poi scalando delle
facili rocce raggiungiamo la cima a quota 1021 m. per
quasi 300 metri di dislivello. Dalla vetta abbiamo una
bellissima visuale sul panorama che và dalla costa
versiliese all'impressionante parete del Monte Altissimo
di cui si possono ammirare le antiche cave della Tacca
Bianca e dei Colonnoni. Dopo una sosta per ammirare
il panorama ma anche per riprendere fiato, iniziamo la
discesa ripercorrendo il cammino fatto in salita.
Raggiungiamo di nuovo il bosco, dove proseguiamo più
speditamente su una traccia abbastanza evidente sino a
rincontrare la mulattiera
Azzano-Minazzana. Proseguaimo verso nord, direzione
Azzano, incontriamo una panchina e tavolo dove vicino
c'è una presa dell'acquedotto e dove c'è la possibilità
di rifornirsi d'acqua. Altra piccola sosta
per una bevuta d'acqua fresca e poi ripartiamo
proseguendo con lievi saliscendi, oltrepassiamo il
ponticello in legno sul fosso Pionico e infine ci
raccordiamo al sentiero CAI n° 31 in località Montorno
a quota 752m nelle vicinanze di una
fornace per la calce viva
ricavata dalla cottura di rocce carbonati, purtroppo
recentemente è crollata in parte la facciata, un vero
peccato! Facciamo sosta per il pranzo e come al
solito rallegrato da molte battute e qualche bonario
sfottò. Riprendiamo il cammino prendendo il sentiero
CAI n°31, una bella mulattiera ancora ben conservata,
peccato per qualche albero caduto e lasciato di traverso
che ci obbliga a fare alcune scomode deviazioni,
comunque scendiamo abbastanza rapidamente e dopo diversi
tornanti giungiamo nel paese di Azzano (m. 452).
Il borgo di Azzano nacque da un antico
insediamento romano, al termine della sanguinosa guerra
che i romani combatterono fra quelle montagne, con le
tribù dei Liguri-Apuani. In epoca Longobarda fu feudo
dei nobili di Corvaia e appartenne per un lungo periodo
al Comune della Cappella, sviluppatosi quest’ultimo
intorno alla chiesa di S.Martino della Cappella,
edificata in epoca sconosciuta a poca distanza dal borgo
di Azzano. Nonostante la vicinanza della Pieve di
S.Martino, nel borgo di Azzano esistevano due Oratori
uno dedicato a S.Rocco ( nel 1579 risulta sempre
funzionante) e uno ancora esistente intitolato a
S.Michele Arcangelo. Da Azzano prendiamo la strada
asfaltata che conduce alla località la Cappella
Località interessante per l'interessantissima
Pieve di
San Martino, dove è obbligatoria una visita e
andarci è d'obbligo. La pieve di San Martino. Venne
eretta prima dell’anno Mille e ristrutturata nel XII
secolo. Nel 1219 era proprietà dei nobili di Corvaia e
Vallecchia. L’esterno della chiesa è
interamente in marmo, circondata da una cornice intorno
al tetto, aggiunta nel XVI secolo. Durante lo stesso
periodo e con la presenza di Michelangelo in questi
luoghi, venne aggiunto un porticato jonico, il rosone,
due navate laterali e l’apertura delle finestre. Il
rosone prese quindi il nome di "occhio di Michelangelo",
mentre il porticato andò distrutto durante la seconda
guerra mondiale e oggi rimane solo l’arcata destra
puntellata da travi. Il vicino campanile, anteriore
all’XI secolo, è anch'esso di marmo, con quattro bifore
all'estremità. L’interno a tre navate conserva
elementi romanici come le volte a crociera e le colonne
con capitelli tuscanici con decorazioni zoomorfe e
fitomorfe. Sul pavimento di trovano due lastre
sepolcrali in bassorilievo; ai lati tre altari in marmo
del XVII secolo marmorei e nella navata di destra un
ciborio a forma esagonale in marmo intarsiato del XVI
secolo attribuito al Benti. Da segnalare poi il pulpito
ottagonale della scuola di Stagio Stagi e
un'acquasantiera del XV secolo decorata da quattro lobi
con teste umane rappresentanti le età della vita.
Sarebbe anche interessante una visita all'area
archeominerario-didattico-culturale de La Cappella
molto interessante, a cura del Parco Regionale delle
Alpi Apuane; dove vi sono innumerevoli testimonianze
dell'attività estrattiva del marmo bardiglio. Il
Bardiglio della Capella, è un marmo unico di colore
grigio scuro- azzurro con leggere striature bianche e lo
si trova in tantissime chiese, oggi rientra fra le
materie estrattive pregiate.
L’area si sviluppa e s’insinua tra le pieghe del monte e
saggi estrattivi di piccole cave e ravaneti. (Scarti di
scaglie di Bardiglio). Alcuni blocchi di marmo
riquadrati con mazzuolo e subbia, giacciono anneriti a
testimonianza di antichi scalpellini. Ma oggi non
abbiamo tempo per visitare anche questo sito, pazienza
sarà per la prossima volta! Riprendiamo, quindi, il
cammino, attraversiamo la strada asfaltata e costeggiamo
il muro del cimitero, tenendoci sulla destra.
Proseguiamo in piano su un bel sentiero in piano,
scendiamo a destra ad un bivio su una stradina in
cemento e la lasciamo subito dopo prendendo ancora a
destra. Troviamo ancora un bivio e dobbiamo prendere il
tarcciato di destra. Proseguendo incontriamo una
freccia sulla sinistra per Giustagnana, passiamo poi il
canale del vecchio mulino e poi al bivio seguente si
sale a sinistra e in breve siamo ad una strada
cementata, Via Brigata Tridentina, proseguiamo a
sinistra e affrontando un'ultima salita giungiamo il
campo sportivo dove abbiamo lasciato le auto.
Ciao alla
prossima!!
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