U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
28-29 settembre 2019 Due giorni sull'Appennino Tosco Emiliano
Monte Prado e monte Cusna

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Il Monte Prado, 2054mt, è posto sullo spartiacque dell'Appennino tosco-emiliano, sul confine tra le province di Reggio Emilia e Lucca. Il versante settentrionale del monte è caratterizzato da forme tipicamente glaciali, come circhi e depositi morenici. (villa-minozzo.re.it)
Tutta la zona del Prado e lago Bargetana è caratterizzata da praterie e brughiere d'alta quota con vaccinieti a mirtilli e lamponi, interrotte da rupi, cenge rocciose e ghiaioni ospitanti una rara flora artico-alpina. Alle quote più basse dominano invece i boschi di faggio ed abete d'alto fusto. (parcoappennino.it)

Il monte Cusna, coi suoi 2120 metri d'altezza, è la maggiore cima dell'Appennino reggiano e la seconda dell'intero Appennino Settentrionale dopo il Monte Cimone. (Wikipedia)

Per all’aspetto naturalistico è una montagna caratterizzata da grandi praterie fin quasi in vetta con una straordinaria flora a carattere alpino che comprende alcune piante endemiche e altre molto rare in Italia; è il caso dell’Aquilegia alpina, della Primula appenninica (cresce unicamente sul crinale tosco emiliano interessando le province di Reggio Emilia, Parma e Lucca) e della Crotonella Alpina (“Silene suecica” o anche “Lychnis alpina”) molto rara in Italia e presente solo in Emilia, Piemonte e Valle d’Aosta. Non è un caso se Monte Prado è compreso nell’ambito del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. La salita al Prado è una bella escursione adatta a tutti quanti su facile sentiero che richiede unicamente un briciolo di resistenza al cammino; tutte le vie di salita alla cima sono infatti assai lunghe ad eccezione di quella che andiamo a suggerirvi che richiede meno di 3 ore per guadagnare la vetta e che non presenta alcuna difficoltà tecnica. Suggeriamo di salire non prima di maggio in quanto il Reggiano costituisce nella fascia di crinale una zona estremamente nevosa; nel periodo estivo le temperature possono invece essere assai elevate complice l’assenza di alberatura nella parte superiore dell’ascensione, sarebbe quindi bene compiere questa bella escursione nei mesi di maggio, giugno oppure settembre, ottobre.  (Club Aquile Rampanti)

 

Dal Passo delle Radici si raggiunge il paese di Civago. In paese troviamo a destra il bivio per le Case Cattalini quindi proseguiamo lungo la strada che diviene sterrata, seguendo le indicazioni per il Rifugio Battisti. Il fondo è buono e  percorribile in automobile e permette di raggiungere in 8 km circa il ponte sul Rio Lama. In coincidenza del ponte una sbarra impedisce di proseguire in auto anche perché ci troviamo proprio sul confine del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Lasciamo la macchina nel piccolo parcheggio a sinistra subito prima del ponte quindi arretriamo pochi metri sino all’inizio del nostro sentiero sul lato opposto della strada rispetto al parcheggio.                                               

 
ITINERARIO: 1° Giorno -  Ponte Rio Lama, Passo Lama Lite, Rifugio Battisti, Lago Bargetana, Sella del Prado, Vetta Monte Prado
2° Giorno - Rifugio Battisti, Passone, Monte Piella, Rifugio Emilia, Vetta del Cusna, Costa delle Veline, Rifugio Battisti, Passo di Lama Lite, Ponte Rio Lama
 
  PARTECIPANTI: 9 escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E)
Escursionistico. Itinerario su sentieri e mulattiere senza difficoltà tecniche, se non qualche passaggio su facili roccette, eventualmente aggirabili. Prestare attenzione ai passaggi più ripidi, soprattutto in caso di pioggia o di neve sul terreno. E’ richiesto un minimo di predisposizione alle camminate di più ore con dislivelli significativi.

 
TEMPI DI PERCORRENZA
7h
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI :
631   Per Rifugio Battisti e monte Prado

N° 615 Per monte Cusna
N° 00 di crinale
N° 623 Discesa dal Cusna per Costa Veline

 

   
 


ACQUA:
Fonte al Rifugio Battisti
 
 
PUNTI D'APPOGGIO :
Rifugio Battisti
 

PERIODO CONSIGLIATO:  Giugno - Ottobre, invernale riservato alla buona conoscenza di attrezzatura per neve e ghiaccio

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Abbi massimo rispetto per questo luogo e per tutto ciò che quassù trovi, se tu non l'hai portato con fatica, qualcun altro l'ha fatto.
Se tu, essere vivente, non credi in un essere supremo guardati attorno e 
pensa se tu saresti in grado di fare tutto ciò che il tuo occhio vede.
Amami ed io non ti tradirò.
Sii coraggioso e mi vincerai.
Ai 1500 metri dimentica chi sei, con persone di differente età usa il Voi,
con persone della stessa età usa il Tu.
Ai 2000 metri dimentica il mondo, gli affari, le tasse e goditi la vera pace.
Ai 2500 metri dimentica il tuo io, la boria, la cultura, la forza fisica, perché se quassù sei giunto, sei, in tutto e per tutto uguale agli altri che quassù stanno.
Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi, io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò.

LA MONTAGNA

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Foto escursione
              

Questa settimana il nostro calendario escursionistico ci porta in una due giorni sull'Appennino Tosco Emiliano, su due montagne il Prado e il Cusna, pernottando in uno dei rifugi più accoglienti di questa parte degli Appennini, il rifugio Battisti.
Il punto di ritrovo è come al solito davanti alla nostra ex sede a Ripa di Versilia, non siamo in molti e questo ci dispiace, ma purtroppo questo è!
Ci dividiamo in due auto e partiamo subito, ci attende un viaggio di due ore e mezza. Tempo che passa senza imprevisti e il viaggio è piacevole. Giungiamo al Passo delle Radici e da qui prendiamo per Pian dei Lagotti e poi a Civago.
Dal paese seguiamo le indicazioni per Case Cattalini, presenti anche indicazioni per rifugio Segheria e rifugio Battisti, ad un ulteriore bivio troviamo indicazioni a sinistra e a destra per il rifugio battisti, noi prendiamo a destra con indicazione Rifugio Battisti strada forestale.
Seguiamo ancora la strada asfaltata sino ad un monumento intitolato ai
ai partigiani stranieri in Emilia-Romagna e ai partigiani della Emilia-Romagna all'Estero, lo slargo dove ci troviamo è indicato come Piazza intitolata al caduto sovietico G. Konovalenko. Proseguiamo, adesso la strada diventa sterrata, comunque con fondo buono, procediamo per circa 8 Km, incrociamo moltissime auto e spesso dobbiamo accostare per agevolare il passaggio, ipotiziamo che  si tratti di appassionati cercatori di funghi, la conferma la avremo più tardi quando incontriamo molti con gerle con moltissimi funghi.
Giungiamo ad un parcheggio
in prossimità della sbarra del Rio Lama, abbastanza ampio ma comunque abbiamo qualche difficoltà nel trovare posto, alla fine ci sistemiamo e ben presto siamo pronti a partire.
Potremmo seguire la strada ma si risulterebbe monotona e quindi prendiamo sulla nostra destra il sentiero per Lama Lite, segnavia 631.
Entriamo nella faggeta ombrosa su sentiero abbastanza pianeggiante, fiancheggiando il Rio Lite. Qui incontriamo quelli con le gerle, deve essere una zona davvero ricca di funghi! Noi troviamo solo begli esemplari amanita muscaria, peccato che non sia consigliato assaggiarli. Comunque nel proseguire un paio ne troviamo anche noi, certo la zona è stata battuta a tappeto!
Attraversiamo il torrente e iniziamo a camminare in salita sempre nel folto bosco dove si alternano faggi ad abeti.
Sbuchiamo sulla strada sterrata che arriva dal parcheggio per Lama Lite e la risaliamo per pochi metri, poi sulla sinistra riprende il sentiero che attraverserà la strada altre due volte......o forse tre, non ricordo bene.
All'improvviso la luce si fà più intensa e capiamo che stiamo per uscire dal bosco e infatti in breve siamo su vaccinieti 
(Con " vaccinieto", o brughiera a mirtilli, si intende un habitat caratterizzato da suoli acidi e poveri di sali e di humus, diffuso principalmente sulle Alpi (Alpi Cozie, Alta Valtellina) e sull'Appennino tosco-emiliano, che rappresenta il limite meridionale di diffusione di questo ambiente. La flora è solitamente costituita da vegetazione arbustiva aperta, a crescita bassa, costituita prevalentemente da mirtillo blu, mirtillo nero, moretta comune ed erica baccifera. Vi si possono anche trovare in misura minore mirtillo rosso, licopodi, muschi e licheni.  https://it.wikipedia.org › wiki › Brughiera).
Si pongono davanti a noi nella loro imponenza il monte Prado e la cresta erta del monte Cipolla, sulla destra, in lontananza le pendici del Piella e del Cusna.
Ritroviamo la sterrata e la seguiamo per pochi metri sino all'ampio Passo di Lama Lite, qui nel periodo estivo possiamo vedere migliaia di pecore al pascolo, immagini di altri tempi.
Prendiamo un sentierino, segnalato,  in meno di cinque minuto raggiungiamo il rifugio Battisti. Il rifugio lo possiamo raggiungere anche seguendo la sterrata.
Se interessati alla storia del rifugio battisti seguire questo link - Storia, tra le altre cose scopriamo che il rifugio è stato voluto dai soci del nostro sodalizio nel 1924, la sede UOEI di Reggio Emilia, ormai non più esistente, di fatto sciolta nel periodo fascista essendo ritenuta colpevole di non allinearsi con lo spirito politico del tempo. 
Il rifugio conta 40 posti letto, distribuiti in camere più o meno grandi (da 3 a 12 posti letto ciascuna), ed è dotato di due bagni di cui uno attrezzato per disabili. Sul retro sono presenti anche una legnaia e un locale invernale con 8 posti letto.
I posti a sedere sono all’interno 65, distribuiti in due ampie sale fornite di stufe a legna, e durate l’estate il rifugio dispone di una distesa estiva da cui è possibile godere di un ottimo panorama.
L’acqua è servita da due fonti, una situata a quota superiore del rifugio e l’atra a quota inferiore, e l’energia elettrica è totalmente assicurata da un impianto fotovoltaico. Il rifugio possiede inoltre telefono con ponte radio.
Entriamo e ci presentiamo all'affabile gestore che ci sistema in un camerone tutto per noi, poi decidiamo di pranzare nel confortevole rifugio. Un pò di relax e dopo un dolce e un caffè decidiamo di partire alla volta del monte Prado, le indicazioni lo danno raggiungibile in un'ora e un quarto.
Torniamo verso il Passo di Lama Lite e seguiamo la strada sterrata verso destra, costeggiando e pareti del Cipolla e del Prado, sopra di noi minacciose pietraie che danno l'impressione di venir giù da un momento all'altro.
Giungiamo ad un bivio tra il 633 per rifugio Bargetana e il 631 per Sella del Pardo e monte Prado, noi prendiamo quest'ultimo.
In pochi minuti raggiungiamo la sommità del  costone prativo che trattiene il bel Lago  Bargetana (1777 mt.), uno dei più alti nell’Appennino Settentrionale e nelle cui acque si specchiano le pendici del Monte Prado e un lungo tratto di crinale. Splendida la posizione del laghetto: un grande anfiteatro racchiuso a sud e a est dalle cime del crinale; una grande conca con tutta probabilità modellata migliaia di anni or sono da un grande ghiacciaio oggi scomparso.
Lo scenario che ci pone davanti è unico, in questa stagione,
l’autunno, panorami a perdita d’occhio di praterie a mirtillo su cui sembra essere scivolata la tavolozza di un pittore impressionista, inondandoli di colori intensi, in ogni variazione di ocra, marrone, oro, rossiccio; ha un profumo tutto suo, un aroma inebriante di foglie bagnate di pioggia, legno, umidità, qualcosa che ti entra nelle narici, chiudi gli occhi e, quando finalmente li riapri, il profumo si tramuta in immagini.
Aggiriamo il bel laghetto e attraverso un ponticello prendiamo il sentiero segnato dirigendoci verso il crinale adesso dobbiamo affrontare un tratto ripido ma comunque senza difficoltà, volgendoci indietro vediamo il lago immerso in tra i forti colori autunnali dei prati che lo circondano e sovrastato dal monte Cipolla.
Giungiamo sul crinale alla Sella del Monte Prado a 1920 mt. siamo sul confine tra le due regioni, Toscana ed Emilia.
Sul crinale ci attende un vento sostenuto e freddo, ci imbaccucchiamo. Prendiamo sulla sinistra puntando verso la vetta del monte Prado.
Voltandoci indietro, verso la nostra provenienza, ed è uno spettacolo unico il tutto ci appare come un immenso quadro impressionistico.
Seguiamo il sentiero di crinale 00 restando sul filo di cresta procedendo in salita su terreno smosso.
Molto bello ancora una volta il colpo d’occhio sull’anfiteatro occupato in parte dal Lago della Bargetana. Sullo sfondo, Oltre il lago si staglia la grande mole del Cusna, la meta del giorno dopo,  a chiudere l’orizzonte settentrionale. Il sentiero di crinale supera alcune piccole anticime, infine raggiungiamo la vetta del Prado, 2054 mt.
Restiamo un pò sulla vetta e facciamo un po' di foto, vorremmo gustarcela un pò di più ma il vento è troppo violento e fa freddo, riprendiamo la via di ritorno a ritroso e in un ora siamo al calduccio del rifugio. E' ora di riposarci aspettando l'ora di cena.
Ceniamo e rimaniamo un po' a chiacchierare ma poi alla spicciolata andiamo tutti a letto.
La notte passa senza particolari traumi, i russatori sono stati abbastanza bravi, il sonno ristoratore ha fatto bene a tutti.
Dopo le operazioni di igiene personale e la colazione incredibilmente con circa cinquanta minuti in anticipo al previsto siamo già pronti per metterci in cammino ala volta del Monte Cusna......il mondo non è più quello di una volta!!!
Prendiamo il sentiero 615 che prosegue verso nord, lo percorriamo in leggera salita, seguendo la dorsale che divide la Valle dell’Ozola (Ovest) da quella del Dolo (Est) per arrivare fino al valico del Passone a 1847mt. Il valico è un crocevia importante di sentieri e spettacolare punto panoramico dalla Pianura Padana al crinale tosco-emiliano.
Questo posto è ben conosciuto soprattutto per il forte vento che qui soffia sempre, o quasi, impetuoso. Un tempo valico molto importante in quanto metteva in comunicazione la Garfagnana e la Val d'Asta, Vi convergevano infatti i territori e i pascoli di Febbio, Asta e Gazzano.
Veniamo già appagati da un bel colpo d’occhio che abbraccia il verde intenso dell’Abetina Reale, il Monte Prado, le valli dell’Ozola e del Dolo, l’inizio del crinale del Monte Cusna e la Pianura Padana.
Dal Passone un breve tratto tra affioramenti calcarei e praterie, sempre sul sentiero 615

Incrociamo il sentiero CAI 607, lo prendiamo e iniziamo a salire, seguendo la linea dello sparti acque.

Man mano che saliamo la vegetazione diventa via via più alpina, con la caratteristica erba bassa e numerosi cuscinetti di muschi.
Il sentiero sale in maniera costante, fino ad arrivare alla vetta del Monte La Piella 2071 mt. da dove la visibilità è ottima e si può ( si potrebbe) ammirare a 360° un magnifico panorama. Dalla vetta della Piella si procede, sempre sul crinale, ma ora in falso piano, fino ad arrivare al Rifugio Emila 2000, dove arriva l’impianto di risalita della stazione sciistica Febbio 2000.
Seguendo il crinale su prati in leggera salita, tra pietraie e aggirando dei risalti di roccia giungiamo a monte Sasso del Morto a quota 2058 mt.  Ci troviamo davanti alla parete ripida del Cusna e viene pensato che sia ben difficile arrampicarsi su quelle rocce.
Scendiamo ancora
sino ad una pietraia che attraversiamo ed infine arriviamo alla Sella Del Cusna.
In breve giungiamo  sotto la ripida parete Sud/Est e subito iniziamo la  "scalata". Saliamo per facili roccette, la traccia è evidente e i segni non mancano, poi il sentiero si inerpica più ripidamente e la progressione richiede l'aiuto delle mani, niente di difficile, tutto sommato anche divertente. Infine arriviamo alla nostra meta, la vetta del monte Cusna a quota 2121mt.
Si possono osservare le Alpi Apuane, l’arco alpino, il golfo de La Spezia, con una bella fetta di mare Tirreno e in giornate serene anche l’arcipelago toscano e la Corsica, cosa che a noi non ci è stata concessa infatti nuvole dispettose chiudevano ogni visuale.
Ci portiamo sotto la grossa Croce di ferro e la statua della Madonna, facciamo gruppo e guardiamo il panorama, almeno quello che si apre davanti a noi, è più aperto nel versante della pianura Padana, in bella vista la Pietra di Bismatova.
Immortaliamo il momento con molte foto, non può mancare quella di gruppo ma poi il forte vento ci fa decidere di tornare sui nostri passi. Non ripercorreremo il sentiero fatto per raggiungere la vetta ma scenderemo per la Costa delle Veline che
è parallela al crinale percorso all’andata, si procede pertanto in costa verso la testata della Val d’Ozola. Scendiamo dal sentiero 627 passando dalla Costa delle Veline.
Un primo tratto in discesa abbastanza ripida con qualche roccia affiorante ma poi giungiamo ad intercettare il sentiero 6323 per il Passone, lo imbocchiamo e camminiamo in una brughiera di mirtillo con le colorazioni più spettacolari che l'autunno ci offre, ogni tanto  diroccati stazzi; Sappiamo che qui potremo vedere anche le marmotte ma non ne vediamo forse ne sentiamo un richiamo, il classico fischio. Si dice che in queste praterie si possono ammirare anche cervi ma noi non ne vediamo nessuno.
 
Proseguiamo su sentiero ben marcato e segnato sino ad attraversare un canale e poi affrontiamo una breve salita per raggiungere il Passone dove un bel branco di cavalli corre liberamente.
Adesso per tornare al rifugio Battisti ripercorriamo il sentiero fatto per l'andata, in breve lo raggiungiamo. Facciamo una sosta per mangiare qualcosa e sorbirsi una bella birretta. Ci intratteniamo con il rifugista, stiamo bene ma dobbiamo proprio tornare indietro. Salutiamo e riprendiamo la via portandoci al Passo di Lama Lite e successivamente il sentiero 631 che ci riporterà al parcheggio al Ponte Rio Lama in meno di un'ora.
Dimenticavo: anche al ritorno niente funghi!!!
Alla prossima!

 


 

 

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