U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 


Geotritone
Speleomantes ambrosii Speleomantes italicus
Ordine: Caudata
Famiglia: Plethodontidae

Geonemia:
S. ambrosii è' diffusa dall'estrema Francia sud-orientale alla provincia di Massa Carrara, attraverso le Alpi Marittime e l'Appenino Ligure e le Alpi Apuane. S. italicus é un'entitá appenninica settentrionale e centrale.

Caratteri distintivi:
E' l'unico Urodelo europeo provvisto di mano e piede palmati e di un sottilissimo solco naso-labiale che dalla narice si dirige verticalmente verso l'orlo del labbro superiore; colorazione e disegno molto variabili, lunghezza massima 13 cm. Anfibio che vive nei boschi e nelle grotte e non si avvicina molto spesso all’acqua se non nel periodo della riproduzione. Lungo 12 13 cm. Ha le zampe parzialmente palmate e squadrate. Di colore rosso – bruno con macchie di color giallo oliva. Ottimo arrampicatore si trova sui dirupi umidi, pareti rocciose e in luoghi ombrosi e umidi, sotto pietre, ceppi, residui vegetali, in questi ambienti aperti è notturno; in ambienti asciutti si ritira in fessure umide, si nutre di insetti che cattura con la lingua appiccicosa.

Habitat:
Grotte, doline, cavità del suolo, miniere, caverne, ghiaioni, rupi ed emergenze rocciose, alvei di torrenti fra le pietre e i muschi; in periodi particolarmente umidi anche nei prati e nel sottobosco.

Biologia:
La biologia dei Geotritoni non é molto conosciuta; di certo si sa che essi conducono vita attiva e si riproducono anche nel sottosuolo. Le uniche osservazioni esistenti sulla riproduzione sono state ottenute in cattività e hanno dimostrato che questi animali depongono uova da cui sgusciano piccolissimi metamorfosati. I Geotritoni si nutrono di vari tipi di invertebrati, che di solito vengono catturati dardeggiando su di loro la lingua, a somiglianza di quanto fanno i camaleonti


Orbettino
Anguis Fragilis
Nel sottordine dei Sauri si incontrano spesso forme che si avvicinano alle sembianze di un serpente in quanto vi è una continua ricerca evolutiva volta ad adattare il corpo ad un ambiente fossorio, ipogeo. Uno dei casi più riusciti è quello degli Anguidi tra i quali si annovera il comune orbettino. Caratteristiche: questo rettile ha un piccolo corpo che mal si distingue dal collo; il corpo è cilindrico e la coda molto lunga, più della metà dell'intero animale (25-28 cm su un totale di 50 cm di massima lunghezza corporea), squame rinforzate da osteodermi. Le zampe sono completamente scomparse. Gli occhi, piccoli, sono riparati da palpebre mobili e quindi è assolutamente impossibile confonderlo con un serpente. La coda può esser autotomizzata molto facilmente e da ciò deriva il nome specifico fragilis; il distacco può avvenire al centro di alcune vertebre, non vi è perdita di sangue e la ferita si cicatrizza ben presto. l'uomo.
Al posto della vecchia coda cresce un moncherino lungo un paio di centimetri così che l'animale acquista un aspetto più tozzo. All'atto della rottura la coda continua a muoversi freneticamente dando l'impressione di essere un animale vivo, mentre l'orbettino si allontana lentamente, sfuggendo al pericolo.

Habitat:
l'habitat dell'orbettino è molto vario: vive sia nei prati umidi, sia nei boschi e nelle praterie xeriche di montagna spingendosi fino ai 2000 metri di quota. Trascorre il periodo di latenza invernale in tane comuni dove a volte sono radunate decine di individui e dalle quali esce a primavera. Durante la giornata gli orbettini presentano due fasi di attività, la prima quando escono dal rifugio notturno (costituito da ripari naturali, sassi e cortecce) alla mattina presto e, dopo una breve termoregolazione, iniziano la caccia; la seconda nel pomeriggio quando il sole incomincia calare, fino a che non è buio. I denti sono piccoli e aguzzi, leggermente curvi all'indietro atti ad afferrare prede scivolosi come lombrichi e lumache. L'orbettino si aggira dardeggiando la lingua alla ricerca di tracce che lo possono interessare; avvistata una possibile preda si avvicina velocemente e la addenta dopo averla riconosciuta con la lingua.

Accoppiameno:
gli accoppiamenti avvengono in primavera, il maschio afferra tra le mascelle il collo della femmina poi si appoggia alla partner fino a mettere a contatto le cloache e rendere possibile la fecondazione. La gestazione dura circa tre mesi dopodiché la femmina partorisce una decina di piccoli avvolti in una membrana sottilissima dalla quale si liberano subito.

Curiosità e credenze:
sembra che gli orbettini vivano più di venti anni e addirittura si conosce un casi di un animale di questa specie che visse per 54 anni in un terrario e che alla bella età di 45 anni si accoppiò con una femmina di almeno 20. Dal comportamento difensivo di autotomia della coda deriva la credenza popolare che alcuni serpenti anche se tagliati in due continuano a vivere senza problemi. Alcuni sostengono addirittura che dai due pezzi di serpente si originano due nuovi rettili dato che i due pezzi fuggono uno da una parte e uno dall'altra. Un detto popolare:" Se la cecilia (orbettino) avesse i denti della sorella (la vipera) tirerebbe giù l'uomo dalla sella"; in realtà l'orbettino, che ripetiamo non è un serpente, è assolutamente innocuo per l'uomo.


Salamandra
Il sottordine dei Salamndroidei rappresenta il gruppo dominante degli Urodeli; comprende la maggior parte delle specie che a loro volta presentano non poche diversità fra loro sia nell'aspetto sia nella scelta degli ambienti vitali. Alcune specie sono essenzialmente terrestri, altre esclusivamente acquatiche; la famiglia dei Salamndroidei comprende le tipiche salamandre e i tritoni, cioè nel complesso tutti gli anfibi che trascorrono per lo più la vita larvale nell'acqua e, da adulti, conducono vita terrestre. Generalmente compiono una metamorfosi completa, ma talvolta si presentano quali forme neoteniche (mantengono le branchie anche da adulti) a causa di fattori ambientali forse di natura chimica. Le caratteristiche anatomiche più salienti sono la presenza di una coda che ha sezione rotonda nelle forme di vita prevalentemente terrestri, mentre nelle specie che trascorrono almeno una parte della loro vita da adulti nell'acqua è compressa lateralmente. L'adulto presenta sempre due polmoni discretamente sviluppati; i denti palatini, ossia la serie di denti che attraversano longitudinalmente il palato, sono disposti in modo da formare una "S" che si estende verso l'interno della cavità orale.
La Salamandra Giallo nera o pezzata (Salamandra salamandra) è inconfondibile, nella vistosa colorazione nera cosparsa variamente di macchie gialle: avverte così i predatori della presenza di ghiandole che la rendono immangiabile, la pelle nasconde delle ghiandole che secernono un liquido vischioso e urticante che nuoce ai tessuti orali degli assalitori. Lunga fino a 30 cm, vive nei boschi appenninici ed alpini; è possibile incontrarla all'aperto solo in giornate molto umide o piovose. Esce dal suo rifugio (sotto cortecce, foglie o anfratti nel terreno) di notte, a caccia di ogni genere di piccoli invertebrati. Particolari sono i costumi riproduttivi, l'accoppiamento avviene sul terreno, ed è preceduto da un breve rituale di corteggiamento. Nel corso dell'autunno quando la temperatura è fresca e l'aria notevolmente umida la salamandra gialle e nera si accoppia: maschio e femmina si incontrano nel bosco, guidati da non si sa bene quale istinto o senso, e si corteggiano a vicenda. Il maschio scivola sotto la compagna e se la carica letteralmente sul dorso trasportandola di peso; contemporaneamente preme il muso sulla gola della femmina e strofina la coda contro la sua cloaca. La deposizione della spermatofora rappresenta il culmine dell' attività sessuale maschile, che si conclude inducendo la femmina a posare la propria cloaca sulla passerella gelatinosa contenente il seme maschile.Verso la metà di aprile (o più tardi) le femmine raggiungono l'acqua immergendosi con la parte posteriore del corpo e vi lasciano cadere le larve; depongono, di solito in acque correnti fredde, fino a 70 larve, più o meno sviluppate a seconda delle condizioni climatiche, riducendo così il rischio della predazione, che in settembre-ottobre, assunto l'aspetto di un piccolo adulto, abbandonano l'acqua. In caso di difficoltà determinate dall'ambiente, per esempio una siccità abnorme, il parto può ritardare addirittura di settimane. In questo caso le larve crescono ulteriormente divorandosi fra loro ancora nell'ovidotto materno. Le piccole larve sono facilmente visibili sul fondo ghiaioso dei piccoli corsi d'acqua; alla nascita dispongono già di quattro zampette interamente formate e di una coda dotata di membrana adatta al nuoto. Verso luglio, quando ha raggiunto i 5-6 cm di lunghezza incomincia ad assumere una colorazione marmorizzata più marcata e inizia la metamorfosi assumendo la colorazione dell'adulto e lascia l'acqua inoltrandosi nel bosco. A 4 anni sarà pronta a sua volta per la riproduzione.

Su questo anfibio evitato da diverse specie di animali ma innocuo per l'uomo, sono sorte numerose dicerie popolari che per lo più non hanno alcun motivo di essere. Notissima è la credenza secondo cui la salamandra gialla e nera sarebbe in grado di attraversare il fuoco senza subire alcun danno. E' questa una condizione tanto assurda quanto antica e radicata, cha ha contribuito a rivestirla di un alone di mistero di cui ancora oggi subiamo le conseguenze. Ritratta però sempre di convinzioni popolari non condivise dalla scienza. Già nel periodo romano gli venivano attribuiti poteri speciali come quello di spegnere gli incendi tanto che esemplari disseccati venivano venduti nei mercati per allontanare il pericolo di incendi domestici; già Plinio il Vecchio riconobbe la falsità di queste credenze ma non riuscì a estirparle. Da allora è entrata spesso nel mondo umano come simbolo di potere o come personificazione di una forza non dominabile da parte dell'uomo. E' invece un anfibio estremamente mite, che può essere maneggiato con tutta tranquillità ma che nel contempo deve esser lasciato tranquillo alla sua vita. L'unico pericolo che potrebbe sussitere per l'uomo consiste in un'azione urticante e un poco dolorosa nel caso ci sfregassimo il globo oculare dopo averne maneggiata una. L'adulto conduce una vita solitaria; se talvolta può capitare di imbatterci in esemplari vicini, si tratta di una casualità, ovvero di una convergenza di tipo ecologico. Ciò significa che diversi individui hanno scelto la medesima località , nello stesso momento per gli stessi motivi: vi hanno trovato condizioni ottimali di temperatura, umidità e disponibilità alimentari. E' un predatore vorace di piccoli invertebrati che ricerca e ingoia vivi dopo una sommaria masticazione che ha più che altro lo scopo di stordire la preda; si tratta di lombrichi, altri anellini, insetti adulti e larve, ragni e molluschi gasteropodi.